Da “Il Campanile” notiziario di Solofra, 2004 (XXXV, n. 9, p. 4)

 

 

 

I Corsaro, una famiglia di musicisti e Direttori di banda

 

 

 

La tradizione musicale solofrana, sostenuta anche da un valido artigianato - vale per tutto considerare gli organari di S. Andrea - fu forte fin dall’Ottocento giungendo agli anni trenta del Novecento. Essa portò alla creazione di una Banda cittadina che dagli inizi incerti ma con molto seguito giunse al grande Concerto musicale Regina Elena che chiuse la sua gloriosa esistenza intorno al 1930. Molti furono i solofrani che presero parte a questa attività che ritemprava gli animi dal duro lavoro. All’interno della Banda solofrana si distinse la famiglia Corsaro non solo per il numero dei partecipanti quanto per la qualità di questa partecipazione a cominciare da Giuseppe Corsaro che studiò musica a Napoli e la diresse nei primi tempi integrandone l’organico con gli strumenti di legno, e poi della stessa famiglia, sempre nei primi anni, Francesco di Pasquale, Giulio, che fu alla Banda municipale di Napoli, Nicola, capostipite di una prolifica famiglia di musicisti.

I Corsaro sono un ceppo solofrano proveniente da Montoro di cui si ha menzione fin dal XVI secolo con individui impegnati nella conduzione agricola e che a seguito della peste del 1656 si fece più numeroso allargandosi alle attività legate alla concia e alla lavorazione delle pelli. Lungo tutto il XIX secolo il ceppo divenne molto sostanzioso e soprattutto si sviluppò in esso un amore per la musica non comune. Il ramo di questa famiglia che si qualifica come la più prolifica musicalmente parlando si incentra intorno a Michele forse un nipote di quel Giuseppe di cui si diceva, e ai figli Nicola, Salvatore e Michele tutti valenti musicisti e direttori di Banda tra Solofra, la Calabria, le Marche, l’Alto Adige.

Michele nacque nel 1882  e fu valente organista ed insegnante di una scuola di musica, ma anche esperto nella strumentazione per Banda, dedicandosi al Concerto “Regina Elena” che diresse per un certo numero di anni e alla Banda di Forino e meritando una medaglia d’argento e la nomina a membro d’Onore nel Liceo musicale “Salzano” di Nocera Inferiore. Anche quando si trasferì con la famiglia in Calabria continuò la sua attività dirigendo le bande di Belcastro (1933-1939), di Bocchigliero (1940-1946) e di S. Severina (1946-1948). Ben tre dei suoi figli, educati alla sua scuola, seguirono le sue orme: Salvatore, diplomato in trombone, apprezzato musicista con molti riconoscimenti e direttore di banda in Basilicata, in Calabria, in Sicilia fino all’Umbria con la Banda di Umbertine e di Gubbio; Michelino diplomato in tromba e filicorno e formidabile solista. Ma il più prolifico e il più largamente riconosciuto fu Nicola (nato a Solofra nel 1902) che mostrò precoci doti tanto da fondare e dirigere a dodici anni una fanfara scolastica (1915) che “fu l’orgoglio della scuola”. Le sue esperienze continuarono durante il servizio militare quando diresse la Banda militare del 56° e del 19° fanteria. A Solofra con la direzione del “Regina Elena” dette prova di aver raggiunto una maturità direttiva che lo fece conoscere ed apprezzare in tutta la zona tanto da essere richiesto dalle altre Bande locali. Negli anni della sua direzione il Concerto solofrano ebbe un vasto repertorio di Ballabili e Marce sinfoniche, oltre e pezzi di opere teatrali italiane e straniere, ma ciò che rendeva il repertorio interessante erano le sue composizioni che già si qualificavano per la loro vigoria e la personalità della musica. Giuseppe Troisi, Direttore amministrativo del “Gran Concerto musicale regina Elena” attesta in un documento del Comune di Solofra che il “Maestro Corsaro seppe imprimere nel Corpo musicale tutto uno spirito moderno e delicato e fece anche sentire parecchie sue composizioni che furono molto apprezzate e piaciute non solo a Solofra ma anche nei vari Comuni in cui la Banda fu chiamata ad eseguire programmi” e dice “belle” le doti musicali del giovane maestro, che in una gara bandistica si classificò primo come direttore e concertatore ottenendo sentiti elogi dal Maestro Mele del S. Carlo di Napoli anche come compositore. Nello stesso tempo il giovane musicista studiava il filicorno come solista e si dedicava con lusinghieri risultati alla composizione nella quale mostrò particolare predisposizione per fine sentimento e percezione delle sfumature. Tra i suoi maestri vale ricordare il valente Zopito Farias, Claudio Cirenei e poi Michele Orlando Acampora, Francesco Saverio Tufilli, il grande Caravaglios.   Fin da questi primi anni meritò diplomi e Croci, mensioni  per meriti artistico-musicali e una intera pagina a lui dedicata nell’Album dei Compositori, Maestri e Solisti del Liceo Salzano. 

Quando la Banda di Solofra terminò la sua attività Nicola si trasferì ad Arcevia (Ancona) dove fu nominato direttore della banda locale assumendo anche  la Direzione Tecnica del circolo mandolistico. In questo centro il maestro Corsaro ebbe il sostegno e l’amicizia delle persone più in vista continuando la sua attività di compositore che fu ricca di successi. Era molto apprezzato per “la musica fresca, espressiva e originale”, “la fervida vena di compositore poderoso e geniale” che si esprimeva in musiche e fantasie. Molto applaudite furono per esempio l’operetta La Capinera su libretto di Filippo Simoncelli che fu rappresentata nell’antico Teatro “Misa” di Arcevia nel 1930 e Baraonda su libretto di Franco Beraradelli, un poeta locale con cui il Corsaro strinse uno stretto sodalizio di amicizia e collaborazione musicando molte sue liriche e persino ispirando un suo poema sinfonico, Fasci di Luce ai sonetti dell’amico poeta.

Dopo questa esperienza raggiunse il padre in Calabria dove si sposò e dove riprese, a Cariati, a Isca sullo Ionio, a Isola Capo Rizzato, a Careri, a Gerace, a Soverato la Direzione musicale in cui le ottime qualità e la capacità di rinnovare completamente i complessi bandistici non gli facevano avere rivali per il valore di un vasto repertorio di musica lirica e sinfonica che egli rinnovava continuamente e adattava al suo pubblico, non trascurando le tradizioni religiose e popolari locali.  In Calabria non mancò di dedicarsi all'insegnamento sia pubblico che privato in cui seguiva e stimolava alla musica e al canto giovani che poi si affermarono con brillanti carriere. Nel 1963 fu in Alto Adige a dirigere la BandaMascagni” di Bolzano che operò in quella stagione concertistica in molti luoghi della regione con un’attività concertistica veramente meritevole riscotendo in affollate esecuzioni lusinghieri successi per aver riportato il “Complesso ad un livello artistico di primissimo ordine con un nuovo ordine e una nuova personalità” come tutta la stampa locale disse sottolineando “l’attività direttiva intelligente e quotidianamente spiegata con didattica esperta  ed autorevole, con squisito senso d’arte e con forgiata preparazione culturale”. Negli ultimi anni della sua vita si trasferì a Perugia, dove risiedono i suoi figli, Luigi e Michele, e dove mori nel 1982.

La sua produzione è ricca di 138 opere, scrisse per teatro, coro, banda, orchestra, organo e pianoforte, dalle marce di vario tipo (sinfoniche, funebri, militari, eroiche), agli intermezzi, alle suites, a poemi e preludi sinfonici, e poi inni, canti, spesso dedicati ai suoi allievi, fino alle due operette di cui s’è detto e a cui si aggiungono le varie trascrizioni per banda delle opere liriche eseguite sotto la sua direzione, nonché i vari canzonieri da lui stesso composti ed eseguiti, secondo una vecchia tradizione propria delle bande cittadine italiane. Molte di queste opere furono premiate con medaglie d’oro, d’argento altre ebbero riconoscimenti e menzioni varie “per la vivacità della composizione, con note indubbiamente personali e più spesso tristi e malinconiche”.

Tutte queste opere, nella trascrizione originale a mano dello stesso maestro, sono state donate dal figlio Luigi, arricchite di fotografie e di una completa rassegna stampa del percorso artistico del padre. Ma vi sono anche opere del nonno Michele. A Luigi Corsaro, professore di Diritto dell’Università di Perugina, che nel consegnare alla Biblioteca le opere paterne ha detto ”è questo il miglior posto dove possano essere gli scritti di mio padre”, vada il nostro ringraziamento e di tutti quelli che hanno a cuore la memoria cittadina, un grazie anche per il valore del suo gesto ricco di significato.

Mimma De Maio 

 

Notizie più ampie sulla vita di Nicola Corsaro si trovano nelle pagine web di solofrastorica.it dedicate alla famiglia Corsaro.

 

 

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