Ottocento e Novecento

 

Le concerie che non ci sono più

 

Casale Toppolo

Il casale delle concerie che sorgevano lungo il fiume seguendone le sponde

 

 

 

Conceria di via S. Rocco

Antica strada che dal Toppolo costeggia il corso del fiume verso ovest fino alla confluenza col torrente rialvo

 

La costruzione, estremamente articolata ed in parte adibita anche ad abitazione, sorge lungo il fiume ed è parte delle apothece che sorgevano nella zona nei cui interrati c'erano le fosse che prendevano l'acqua del fiume per le operazioni del rinverdimento (articolo n. 50 degli antichi Statuti solofrani).

 

 

 

 Conceria di via S. Rocco

Questa costruzione si trova all’inizio di via S. Rocco ed è costituita da tre edifici sulla cui facciata si leggono i vari interventi di innalzamento subiti nel corso dei secoli con una modalità identica ad altre simili costruzioni locali. La primitiva bottega, formata dal solo piano terra, è stata successivamente ampliata in altezza fino al piano torre-spanditoio.

Una parte di questo edificio ha sull'arco d'ingresso la data 1881, che si riferisce all’ultimo ampliamento secondo l'uso del tempo e secondo il contratto notarile.

Da notare la copertura a terrazza detta lamia per le operazioni di asciugatura specie della lana, le finestra chiuse da inferriate tipiche delle costruzioni industriali dell'epoca.

 

 

 

 

 

 

Edificio di via S. Rocco lungo l'argine del fiume

 

Composto da quattro corpi adiacenti che hanno subito vari interventi e dei quali si notano le parti più antiche. Notevole è la sequenza di finestre delimitate da archi ribassati sormontati da aperture ovali, elementi caratteristici di questo tipo di costruzione.

 

 

 

 

Altra conceria di via S. Rocco

 

La costruzione ha inglobato vecchie strutture costituite da ambienti interrati e piano terra tutti prospicienti il fiume nonché un adiacente mulino. Questa struttura serviva per macinare i prodotti vegetali usati per la concia (scorza di castagno e querce, ghiande, ecc.). Molte apothece nel XVI secolo avevano accanto un mulino per queste operazioni. Sulla costruzione si leggono delle date che permettono di individuare alcuni rifacimenti. Evidente l'utilizzo della parte alta dell'edificio come luogo per asciugare le pelli. Da notare l'edicola votiva. elemento tipico di molte concerie.

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Interessantissima costruzione del rione Toppolo

 

È un caratteristico esempio di conceria e abitazione. Al piano seminterrato c’erano le fosse per la concia, al piano-terra i locali per le operazioni di concia vera e propria, al piano superiore quelle di rifinitura. Interessanti le aperture all'ultimo piano sormontate da finestrini ovali per aumentare la circolazione dell'aria.

Questo tipo di conceria-abitazione era molto diffusa nel XVI secolo quando c’erano apothece supta et subta e quando nei contratti di lavoro (submissio) era contemplato per l'operaio l'obbligo di abitare presso la conceria.

 

 

 

 

 

Questa foto che mostra parte della precedente conceria permette di individuare un elemento delle concerie, la canna fumaria della caldaia della zona concia.

Questo edificio mostra due corpi uno rettangolare con ampia apertura sul fiume per lo scarico delle acque di concia (acque lorde) ed uno molto allungato che segue l'andamento del fiume. Le grandi aperture e la copertura piana sono elementi costruttivi più recenti. L'edificio ha subito una serie di modifiche che si possono collocare all'inizio del XX secolo e che sorgono su preesistenti corpi.

Tutto il complesso è interessante in quanto mostra una parte di quello che fu l'antico rione delle concerie.

 

 

 

 

 

Le illustrazioni di questa pagina sono prese dal "Bollettino" dell'Associazione per l'Archeologia industriale. Centro documentazione e ricerca per il Mezzogiorno, nn. 26-34 (febbraio 1990 - ottobre 1992).

Le spiegazioni e la datazione delle concerie, contenute nella citata pubblicazione risultano in molti punti errate ed imprecise poiché non tengono presente l'impianto storico di Solofra quale emerge dai rogiti notarili del XVI secolo pubblicati solo nel 2000. Comunque manca la lettura dell’evoluzione dell’opificio quale emerge dalla sua stessa struttura.  

 

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