Famiglie solofrane 

 

D'Urso

 

XVI

 

La famiglia D’Urso (de Urso) (con la derivazione de Ursone) è presente a Solofra fin dal periodo longobardo-normanno, quando si ha testimonianza di un Urso o Ursone capostipite di una cospicua famiglia proprietaria di diverse cortine sul crinale tra Banzano e S. Agata e di fondi nella zona pianeggiante. Ha legami con Salerno per via della lavorazione dei metalli alla zecca.

Nel 1313 è documentato un Andrea affilatore insieme ad altri solofrani nella Zecca del re Ladislao a Napoli.

Nel 1469 un Ursino de Urso di S. Agata di Serino è “razionale”.

Nel XVI secolo è insediata a S. Agata di Serino con i fratelli Conforto, Donato ed Alfonso e legati con la famiglia Landolfi, Olivieri e Ladi.

Alfano (1532) è economo dell’Ospedale di Santa Croce, Defendino, Nardo e Stefano sono calzolai, Capuano, produce suola, Donato è conciapelli.

 

 

Nel XVII secolo si ha notizia di una famiglia di carcari che fa capo ad Aloise, con i discendenti Luca, Giaquinto,Giacomo, Nobile e Girolamo.

 

XVIII

La famiglia D’Urso dal catasto conciario del 1754

Questa famiglia presenta una doppia grafia del cognome (D’Urso e D’Orso) della quale prevarrà la prima.

 

S. Agata di Solofra (oggi S. Andrea)

Giuseppe, bracciale di 65 anni sposato con Brigida Buonanno di 55 anni con i figli Giovan Santo, bracciale di 25 anni., Angiolo, bracciale di 16 anni, Teresa di 14 anni, Pietrantonio di 8 anni. Abita in una casa dotale della moglie.

Pietroantonio sposa Angela de Vita ed ha Domenico nel 1771, in seconde nozze Carmela Russo da cui ha Giuseppe.

 

Gabriele (d’Orso, figlio di Augusto e Santa De Maio), bracciale di 53 anni, sposato con Caterina d’Arienzo di 46 anni con i figli Anastasio, bracciale di 24 anni, Giovanni, bracciale di 21 anni, Felice Antonio, lavoratore calzolaio di 16 anni, Andrea di 13 anni, Anastasia di 18 anni, Carmina di 9 anni. Abitazione propria dotale della moglie su cui c’è un peso a favore del Beneficio dello Spirito Santo. Possiede un orto detto Il campo (confinante con i beni di Donato Giannattasio) gravato di un peso di 5 carlini a favore della Mensa parrocchiale di S. Andrea; un bosco macchinoso per uso legna con un peso a carico della Camera di Serino; 30 pecore gentili. Altro peso a favore di Domenico Petrone.

Carmine (di Onofrio), bracciale di 44 anni, sposato con Teresa Giliberti di 35 anni (primo marito Antonio Guarino), con i figli Michele, bracciale di 18 anni, Filippo di 10 anni, Onofrio di 3 anni, Pasquale di 1 anno e con i figliastri Cecilia Guarino di 11 anni e Gabriele Guarino di 9 anni. Possiede l’abitazione, gravata di un peso a favore della Confraternita della SS. Annunziata, un terreno erborato seminativo in località Il campo (confinante con i beni di Gabriele D’Urso e Donato Giannattasio). Ha dei pesi a favore della Mensa parrocchiale di S. Andrea).

Giuseppe (d’ Orso), bracciale di 60 anni, sposato con Rosa Figliola di 50 anni con i figli Orsola di 26 anni (sposa Bartolomeo Angelino), Diana di 24 anni, Felicia di 22 anni, Cecilia di !5 anni, Gaetano, bracciale di 21 anni, Crescenzo, bracciale di 16 anni. Possiede un’abitazione propria, una vigna con casa di fabbrica in località La Torricella a censo enfiteutico.

Gregorio (d’Orso), maestro calzolaio di 45 anni con la moglie Caterina Troisi di 50 anni. Con lui vive la famiglia del genero Angiolo De Maio, calzolaio di 35 anni anni e di Orsola di 30 anni, con i figli Andrea di 7 anni e Pasquale di 3 anni. Abitazione dotale di Orsola

Gio Luigi, bracciale di 58 anni, sposato con Annarosa Giliberti di 53 anni, con i figli Gennaro, bracciale di 18 anni, Maria di 14 anni, Laura di 8 anni, Teresa di 6 anni, Grazia di 3 anni. Abitazione dotale con orto. Ha un peso di carlini 22 a favore del sacerdote Ludovico Roberto di Serino.

Santo, bracciale di 46 anni, sposato con Santa Gaita di 36 anni, con Laura di 16 anni, Felice di 8 anni, Carmine di 2 anni e con la sorella Rubina di 45 anni. Abitazione propria con orto.

Carmine di Santo si trasferisce al Sorbo, sposa da Feliciana Capobianco, ed ha Nicola Vincenzo (1782) e Anna Teresa (1797).

Da Felice di Santo (1751-1793) sposa Marianna Giliberti abita al Toro ed ha Angelarosa (1783), Maria (†1815) e Anna (†1817).

 

 

Angeloandrea, bracciale di 49 anni, sposato con Sebastiana Gravallese di 42 anni con i figli Carmine di 10 anni, Marcantonio, bracciale di 14 anni, Apollonia di 5 anni. Abitazione propria gravata di un peso a favore della Chiesa di S. Andrea.

 

Di questo casale è Bernardo che è scarparo a Cassano e si fornisce di pelli a S. Agata.

 

Sant’Angelo e Strada vecchia

Salvatore (d’Orso), bracciale di 24 anni, sposato con Lucia Fajello di 20 anni, vive con la madre Carmina Russo di 50 anni. Abita una casa con soprani e sottani alla Strada vecchia in affitto dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

 

Balsami

Luca, maestro d’ascia di 25 anni, sposato con Annamaria Vigilante di 22 anni e col fratello Angiolo conciatore di 25 anni. Abitazione propria con soprani e sottani e con terreno incolto.

Luca ebbe Rubina (1754), Carminantonio (1755), Michele Arcangelo (1758), Pasquale Salvatore (1764).

Sorbo

Antonio, bracciale di 62 anni, sposato con Grazia Galletta di 55 anni con i figli Tommaso, Bracciale di 15 anni, Niccolò, calzolaio di 24 anni, Agnese di 20 anni, e con il nipote Felice Maria di 1 anno. Abita una casa in fitto dal Monastero delle Donne Monache di Santa Teresa. Possiede due case a S. Agata di Solofra.

 

XX

 

Gli organari di questa famiglia

Luigi e Raffaele D'Urso (D'Orsi) erano titolari di una ditta che operava nel campo fin dal 1730 in attività che aveva mercati e riconoscimenti persino all'estero. Meritarono a Parigi nel 1909 la Croce di Onore e nel 1912 la medaglia d'oro in occasione della Esposizione internazionale.

L'opera solofrana più importante fu l'organo della Collegiata, di egregia fattura che fu così giudicata da Zeno Fedeli di Foligno: "I signori Luigi e Raffaele, padre e figlio D'Urso, nell'adempimento del progetto [dell'organo] vi hanno corrisposto in modo degno della maggiore lode" e, "non badando a sacrifici di sorte, hanno posto materiali di primissima qualità", "l'hanno eseguita secondo l'esigenza dell'arte moderna, tanto che l'organo ha valore di gran lunga superiore a quello progettato e da poche chiese del meridione posseduto. Il progetto ha subito modificazioni in meglio con un numero maggiore di registri nonostante le difficoltà della strettezza dell'ambiente. La Ditta ha dovuto provvedere anche a sue spese alla modificazione di un arco esistente".

(Da "Il Campanile", ottobre-novembre 1984, I D'Orsi organari del 1730)

 

Un documento.

La costruzione dell'organo della Chiesa di San Michele Arcangelo di Solofra

Mi affretto a trascrivere qui di seguito la decisione della onorevole Giunta provinciale amministrativa del 25 settembre corrente con la quale si approva la pratica circa la ricostruzione dell'organo nella Chiesa di San Michele per tutti gli effetti e le conseguenze di legge, restando esonerato questo Comune da qualsiasi altro obbligo e da oggi stesso le va fatta la consegna e all'uopo è pregata accusarmene ricezione.

"La Giunta amministrativa in seduta del 25 settembre 1901, lette le due deliberazioni 10 aprile e 6 maggio 1901, con le quali il consiglio comunale di Solofra ha stabilito di accettare l'offerta di Nicola Giliberti per la costruzione a sue spese e col concorso dell'opera di Raffaele D'Urso, dell'organo nell'antica ed artistica Chiesa di S. Michele, di patronato comunale, ed a condizione di doversi corrispondere a lui ed alla consorte Guarino Filomena, durante la loro vita, annue lire 235 per anni 25 con l'annua spesa di lire 25 e provvedersi, dopo la sua morte, ai funerali in suo suffragio.

Letta l'altra deliberazione dello stesso consiglio del 13 agosto u. s. con la quale fu stabilito di far redigere una perizia giurata circa il valore dell'organo da costruirsi, secondo il progetto del detto Raffaele D'Urso, e che l'annuo vitalizio delle lire 235 pagherebbesi con parte della pigione dello stabile taverna di proprietà comunale locata per annue lire 550. Letto il progetto del detto D'Urso e la perizia giurata dal costruttore Fedele Zeno; ritenuta la necessità della costruzione dell'organo in detta chiesa sia per la conservazione dell'artistica sua cassa sia per l'esercizio delle sacre funzioni e che alla relativa spesa debba accorrere il Comune di Solofra pel suo diritto di patronato sulla Chiesa stessa. Ritenuto che con la perizia giurata del costruttore d'organi sig. Fedele Zeno siasi ritenuto esatto il progetto del D'Urso e corrispondente alle prescrizioni ecclesiastiche ed alla tecnica moderna tanto raccomandata dai competenti nei diversi congressi per la riforma dell'organo in esame e che per la spesa per quello da costruirsi possa ascendere da lire 9000 a 10000, ritenuto che i patti convenuto tra il Giliberti e il D'Urso per l'esecuzione dell'opera da collaudarsi con l'intervento del Sindaco sono esatti. Ritenuto che contro le principali condizioni proposte dal detto Giliberti per quella costruzione e dal Comune accettante nulla trovasi ad osservare. Infatti dai documenti esibiti risulta che il Giliberti conta oggi oltre i 65 e che la Guarino oltre i 64 e che leggittimo sia il matrimonio da essi contratto il 30 novembre 1864. Per modo che aggiungendosi alle dette età il tempo che dovrà decorrere per la consegna dell'organo dalla quale epoca soltanto dovrà il comune cominciare e corrispondere le convenute lire 235 a rate mensili è bene agevole il dedurre che un'alea favorevole correrà l'Amministrazione Comunale a vantaggio della quale resterà un'opera di non lieve valore; osservato, però, che mentre l'altra proposta del Giliberti circa i funerali è determinato pel solo periodo di anni 25, invece nel deliberato consiliare del 10 aprile vedeasi accettata a tempo indeterminato. Converrà, quindi, che su tale riguardo la predette deliberazione sia conforme alla proposta dello stesso Giliberti.

Approva

I predetti deliberati del Consiglio comunale di Solofra del 10 aprile 6 maggio e 13 agosto corrente anno 1901 con la sola modifica che la spesa pel funerale in suffragio del Giliberti debba sopportarsi non oltre il periodo di 25 anni dal suo decesso.

Firmato. Il Prefetto Presidente Frola. Il relatore Magnolimerio. Il segretario Crispino. Il sindaco Buonanno.

 

Collaudo.

L'anno 1902 il giorno 11 maggio in Solofra. Noi Zeno Fedeli, costruttore di organi da Foligno, essendo stato invitato dal Sindaco di Solofra a collaudare un organo costruito e dai signori Luigi e Raffaele padre e figlio D'Urso ed alla base del progetto racchiusa nel contratto interceduto tra Raffaele D'Urso e Nicola Giliberti contratto debitamente registrato il 19 ottobre 1901, albo 2 vol. 18 Id. 198 esatte lire 84 D. Ciuzeta e da noi riconosciuto con precedente perizia giurata regolare e corrispondente alla tecnica moderna, ci siamo oggi attentamente occupato sul redatto progetto sia stato regolarmente eseguito e con coscienza dichiaro che i signori D'Urso nell'adempimento dell'incuria assente vi hanno corrisposto in modo degno della maggiore lode e che non badando a sacrifici di sorta hanno posto materiali di primissima qualità eseguita secondo l'esigenza dell'arte moderna e che l'organo ha un valore di gran lunga superiore a quello progettato e da poche chiese nel meridione similmente posseduto. Tanto abbiano riferito nell'adempimento ricevuto pur facendo notare che il Progetto ha subito modificazioni in meglio con un numero maggiore di registri e che nonostante le difficoltà della ristrettezza dell'ambiente, ha dovuto provvedere anche a sue spese alla modificazione di un arco esistente. Zeno Fedele. Visto. La Giunta: F. Buonanno. G. Ronca. M. Buongiorno.

22 aprile 1902. In risposta alla sua nota a mano ricordata nomino a collaudatore il sig. Zeno Fedele e come suonatore il Professore sig. Pacilio di Avellino ai quali Lei potrà scrivere direttamente. Il sindaco M. Buongiorno. Indirizzato a D'Urso Raffaele, organista. Solofra.

 

Municipio della Città di Solofra

Sessione ordinaria primaverile del Consiglio Comunale del 26 maggio 1902

La Presidenza è al Sindaco Signor Buonanno Francesco.

Fatto l'appello nominale sono presenti i signori:

Buonanno Francesco, Buongiorno Michele, De Vita Michele, Garzilli Michele, Grassi Donato, Napoli Pompeo, Pandolfelli Nicola, Parrella Rocco, Ronca Gaetano, Vigilante Bartolomeo, Barra Federico Segretario.

Organo San Michele. Consegna.

Il signor Presidente riferisce che i Signori Padre e figlio D'Orsi completarono l'organo in questa monumentale Chiesa di S. Michele Arcangelo ed il lavoro è riuscito superiore ad ogni aspettativa, stante il giudizio all'uopo manifestato dall'egregio costruttore di organi Sig. Zeno Fedele di Foligno. Ed è lieto di poter affermare che i Signori D'Orsi, nostri concittadini hanno con discapito e sacrifici pecuniari, saputo corrispondere alla fiducia in loro riposta, imperocchè l'organo fu da essi costruito corrisponde perfettamente alla tecnica moderna. Invita perciò il Consiglio ad esternare un voto di lode agli ottimi artisti, e nel medesimo tempo dispone che le chiavi dell'organo venissero consegnate al capo della chiesa Sig. Galdi.

Ed il Consiglio a voti unanimi

Esterna ai Signori D'Orsi vive azioni di grazie per l'organo da essi testè costruito in questa monumentale chiesa di S. Michele, essendo il lavoro riuscito superiore ad ogni aspettativa e corrispondente perfettamente alle esigenze dell'arte e tecnica moderna.

Così deliberato. Seguono le firme del Presidente anziano e segretario

Rilasciata a richiesta dei Signori D'Orsi per semplice notizia.

Solofra 23 marzo 1903

Il sindaco G. Ronca. Il segretario Barra.

 

Altro rappresentante di questa famiglia

 

Francesco D'Urso

 

 

Felice D'Urso

(1886-1977)

Alla fine dell'Ottocento a S. Andrea operavano una decina di artisti di fuochi pirotecnici. Uno di questi fu Felice che da giovane fece il sarto e il barbiere, poi lui emigrò negli Usa dove sposò la figlia di un pirotecnico di S. Michele di Serino, Mariconda. I due ritornarono in Italia dove Felice riprese le attività giovanili. Partecipò alla grande guerra e nella battaglia di Gorizia rimase ferito. Ritornato, fu rappresentante della Compagnia di Navigazione Italiana che assisteva gli emigranti. Con la crisi americana finì questo lavoro. Si mise in società col suocero Giuseppe Mariconda nella sua fabbrica di Serino e quando morì il suocero continuò l'attività mostrando inventiva e predisposizione tanto che fu un apprezzato fuochista. Tra i figli di Felice, chiamato 'o bello guaglione, ci fu Antonio.

 

Antonio  D’Urso

 

Fu insegnante presso le scuole elementari di Solofra. Poeta e scrittore di drammi. Fu sindaco di Solofra. Ebbe fama nazionale quando partecipò alla trasmissione televisiva Rischiatutto.

 

 

 

Una conceria della prima metà del XX secolo

 

 

 

 

 

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