Alfonso Grassi

(Solofra 1918-Salerno2002)

 

 

Alfonso Grassi nel suo studio con Giorgio De Chirico

Diplomato all’Accademia Belle Arti di Napoli nel 1940 ebbe per maestri Carlo Sivieri, Paolo Vetri, Vincenzo Gemito, Vincenzo Irolli.

Solido disegno gusto ineccepibile nel distribuire le masse, un colorismo sicuro, la ricerca psicologica.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

La pittura è anzitutto un’arte concreta, positiva e controllabile in ogni suo aspetto. L’arte in greco si dice Tékne, che vuol dire tecnica, mestiere. Oggi la parola tecnica o mestiere, riferita alla pittura, è considerata dai cosiddetti modernisti qualcosa di quasi offensivo, mentre tutta l’opera dei maestri antichi, fino allo scadere dell’Ottocento prova esattamente il contrario. È quello che ha capito Alfonso Grassi che è sempre andato diritto per la sua via, facendo sempre della Vera pittura ed affrontando instancabilmente quanto alla Vera pittura è collegato. Gli auguro sinceramente di continuare su questa via e di perfezionare sempre più il suo mestiere di vero pittore.

Giorgio De Chirico

Marzo 1971

 

Vino vecchio

 

 

Alfonso Grassi è un artista figurativo. La sua pittura è basata sul timbro profondo e vivace del colore, sulla ricerca di effetti prospettici, su annotazioni romantiche della realtà, su una esigenza di sincerità e di visione sentimentale che gli consente comunicativa immediata, calore di umana partecipazione, senso poetico e candido di pittore concreto. […] La pittura di Alfonso Grassi nasce prevalentemente da un ripensamento su temi paesistici cari al suo cuore: luoghi visti e poi sognati e ricreati nel silenzio dello studio che si affaccia su un paesaggio vibrante, capace di accensioni ed incupimenti improvvisi. Così l’atmosfera diviene, nell’opera realizzata, una sorta di commissione tra sentimento e memoria e il colore ubbidisce, oltre che alle esigenze del primo momento carpito al correre inesorabile del tempo alla necessità della fantasia, disponendosi in toni fondi e scuri. Mondo di natura romantico quello di Alfonso Grassi; più vicino al sentimento, alla ricerca della commozione, e disposto alla favola, al racconto, più che alle analisi formali o alle filosofie estetiche. Ma quel che importa sottolineare è la fondamentale indipendenza che caratterizza l’opera di questo artista. Del resto a voler considerare in prospettiva storica il cammino produttivo di Grassi, emerge la posizione dell’artista rimasto sempre in legame coerente con la natura della sua terra nei suoi inusitati e segreti aspetti. Donde quel procedere per cicli dai titoli suggestivamente allusivi che l’artista spesso, a distanza di anni, riprende quasi a sottendere la continuità emozionale delle impressioni fuggevoli, dei ricordi balenanti nel fluttuante mondo di oggi. Italo Carlo Sesti.

 

 

Primo appuntamento

 

 

Fagiani

 

Una pittura quella di Alfonso Grassi, ricca di tecnica direttamente acquisita dallo studio dal vero e inoltre concreta, positiva, controllabile in ogni suo aspetto. Ciò che maggiormente colpisce è la profondità del timbro cromatico e la vivacità dei colori. La cultura mediterranea e l’educazione artistica desunta da grandi pittori, quali Carlo Sivieri, Caprile e Casciaro, denunciano un’impronta inconfondibile, che troviamo descritta nell’ambiente campano da validi rappresentanti. Unite a questa indiscutibile tecnica coloristica, l’abilità costruttiva e la genialità compositiva rendono ogni suo lavoro degno della massima considerazione, e permettono all’indubbia arte di Alfonso Grassi di espletare un doiscorso completo e profondamente intimo […] Raffaello Biordi.  

 

Autoritratto

(Si trova agli Uffizi di Firenze)

 

 Ci siamo recati nello studio del Maestro Alfonso Grassi per poter vedere e gustare, nella tranquillità, l’opera che sarà donata al SS. Padre e la cui collocazione è il Museo Vaticano. Essa sarà portata personalmente dal Maestro Grassi che per l’occasione sarà ricevuto in udienza. […]. L’opera che è stata realizzata con la tecnica dell’affresco e con la sovrapposizione di tecnica della pittura ad olio, ottenendo così profondità e spazio, appartiene ad un momento particolare, un momento in cui Grassi si è ispirato al volto del Cristo crocifisso guardando il suo volto, attraverso lo specchio, dipingendo il suo volto così come lo vedeva e trasportandolo sulla tela così come lui lo interpretava. Naturalmente a figura umana, attraverso una sicurezza di tratto veramente degna di attenzione, un segno che quasi sempre si è fuso e si è completato con il colore corposo e insistente, un’espressione vigorosa, la figura umana, è scomparsa, e man mano che la tela prendeva corpo, grassi immedesimandosi ha realizzato il dolore umano attraverso un misticismo tutto personale. È da notare il contrasto della massa di capelli della figura, ottenuto con poche pennellate di colore ocra rosso, che chiudono la parte carnosa del volto, realizzata con colori smorzati e di tono freddo, mentre gli occhi esprimono tutto il dolore subito. Tutto questo spettacolo di primo piano è stato circondato da una tonalità fredda di grigi e rosati distrutti, mentre in pochissime linee possiamo notare in profondità anche il Calvario, il tutto è servito per realizzare la profondità e lo spazio che circondano la figura. Noi possiamo solo testimoniare, con la nostra presenza, la realizzazione di quest’opera del Grassi che, come tutte le sue opere non ha tempo, non lo conosce, in quanto appartiene all’eternità. le sue opere, infatti, possono sembrare mute solo perché le loro parole risultano gravide di significato. Senza senso perché la corsa al progresso non riguarda loro. Perché il loro dialogo è orientato nella giusta direzione, quella dell’introspezione. Quello dello scavo nel profondo della propria anima. Quella della coerenza con il proprio modo di sentire.

Italo Valente

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Ritrattista di Paolo Giovanni II, Giorgio De Chirico, Sandro Pertini,

Giulio Andreotti    

                                                                                                                                                                                                                                                                          

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Da: Grassi, con scritti di Italo Carlo Sesti e Ignazio Mormino, Edizione Scena illustrata, Roma, 1971; Un grande artista con una vena di misticismo. Alfonso Grassi: il giubileo dell’arte di Italo Valente, in "Rinascita Letteraria", maggio-giugno 1984; Alfonso Grassi con critiche e recensioni di Giorgio De Chirico, Gregorio Sciltian, Ignazio Mormino, Carmine Manzi, Raffaello Biondi, Lorenzo Quintilio Bonini, Mario Radice, Michele Sessa, Alfredo Schettini, Gabriele Mandel, Italo Carlo Sesti, A. T. Prete, Lea Ferrante, Arte Mercato, Aemmepi editrice, Milano, s. d.

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Uomini illustri solofrani

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