Monumento ai caduti

 

 

Il monumento ai caduti coperto dal tricolore

 

La forma che richiama un individuo con la braccia alzate determinò l’appellativo di yuppi doo secondo una canzone di Celentano

 

 

La folla in un momento della inaugurazione del monumento.

 

Si nota in fondo la strada non ancora completata

 

 

 

Altro momento della cerimonia

 

Ancora uno scorcio della strada che sarà poi intitolata ad Aldo Moro.

Sulla destra le arcate del lato ovest del Convento di S. Agostino che rimase scoperto con l’abbattimento della chiesa e prima che col terremoto ne perdessimo le fattezze.

 

 

 

La Banda musicale dell’Esercito nella sfilata che dà inizio alla cerimonia dello scoprimento del monumento

 

 

 

Le autorità cittadine dietro lo stendardo del Comune nella sfilata

 

 

 

 

La cerimonia religiosa officiata dal Cappellano dell’esercito tra il primicerio Mariano Vigorita e

don Francesco Petrone

 

 

 

Il Concorso fu indetto il 4 ottobre 1974 con un bando che ne conteneva le modalità.

La partecipazione era aperta agli artisti italiani singolarmente o in gruppo con la presentazione di un bozzetto in alabastrina o materiale similare di 60 o 100 cm di altezza corredato da una relazione che indicasse dettagliatamente la tematica del soggetto, la sua ubicazione, le modalità di esecuzione, i materiali di composizione, gli accorgimenti per la posa in opera e la spesa complessiva.

 

Partecipanti:

Cioffi Vito e Ciccio Capasso progetto col motto “memento non gerere bellum”.

Leone Sinibaldi progetto col motto “Ellisse”.

Mormile Ameglio progetto col motto “Pace”.

Scotti Alfredo e Guacci Francesco col motto “Pro loco”.

Venezia Carmine Fernando progetto col motto “E la chiodata scarpa che passava tritò l’impervio Carso roccia a roccia”.

 

La Commissione giudicatrice era formata dal primicerio Mariano Vigorita, dal Sindaco Mario Famiglietti, dagli architetti Livio Ricciardi e Luigi Pane, dall’ingegnere Aurelio Giliberti, dai critici d’arte Fausto Grimaldi ed Elenio Mallardo, dal pittore e scultore Alfonso Grassi, che il 15 gennaio del 1975 scelsero, dei cinque progetti presentati, quello dal titolo “Ellisse” per la chiarezza della relazione, perché la soluzione proposta si adatta in maniera esemplare all’ambiente costituito dagli avanzi della vecchia chiesa di S. Croce, perché nella realizzazione dell’idea artistica con “scultura come forma libera dello spazio che essenzializza la glorificazione dei caduti in guerra” interpreta l’ansia della città di Solofra protesa, attraverso il suo sviluppo industriale e il progresso sociale, verso soluzioni moderne e civili”, perché i materiali previsti, bronzo e granito, ben si fondono nell’unico complesso artistico e offrono garanzie di lunga durata e pura conservazione. La Commissione non ritenne necessaria la doratura del bronzo che invece fu trattato con patina resistente agli agenti atmosferici. 

 

L’opera consiste in una scultura in bronzo di 4,50 metri di altezza con apertura delle ali di 2,90 metri ed ha la configurazione spaziale risultante dal bozzetto in scala 1:10. Sono comprese una base ellittica di 2,90 per 3,30 metri e spessore di 15 cm, costituita da un pezzo di granito omogeneo do colore rosso, e la sottostante fondazione in conglomerato cementizio. 

 

 

 

 

 

 

Home

 

Solofra di oggi

 

Scrivi