Il fascismo prende il potere a Solofra e a S. Agata

 

Nel 1923 inizia il processo di fascistizzazione dell’Italia

Ciò si nota anche a Solofra e a S. Agata irpina

C’è un mezzo per seguire questo processo

 

Guido Dorso, il grande meridionalista irpino, dirigeva il “Corriere dell’Irpinia”, quando si rese conto della piega che stavano prendendo gli eventi. Usò allora il suo giornale per creare una serie di testimonianze su questo processo. Accolse la “Cronaca dalla provincia”, in cui gli inviati raccontavano i fatti che accadevano nei loro paesi. Ora questi fatti mettono in risalto i vari modi usati dal fascismo per “fascistizzare il paese”. Al Dorso fu tolta la direzione del giornale nel 1925 per cui si ritirò a vita privata costretto per vivere a fare l’avvocato sotto falso nome.

 

 

Corrispondente da Solofra fu Ennio Ronchi e da S. Agata irpina Antonio Famiglietti. Le loro cronache permettono di seguire un processo interessante.

 

Solofra e S. Agata erano entrambe governate da Amministrazioni socialiste, l’una diretta da Vincenzo Napoli, l’altra da Angelo Antonio Famiglietti, mentre però la prima entrò subito nel sistema fascista, la seconda resistette per cui nei confronti di quelli Amministratori furono messi in atto diverse azioni tese ad ottenere la resa. 

 

Ciò che succede nel 1923.

 

Furono ridotti i Tribunali e le preture che nella provincia di Avellino da 34 passarono a 14. A Solofra rimase la Pretura.

In seguito sarà soppressa e poi rimessa.

 

1923, febbraio 4. Dal “Corriere dell’Irpinia” diretto da Guido Dorso.

Sezione fascista. Si è costituita ufficialmente a Solofra il giorno 23 corrente una sezione fascista. Il Direttorio è composto dal notaio Candido Schirillo, ex capitano in congedo, Pirolo Attilio fu Luigi, ex tenente in congedo, Troisi Giuseppe di Nicola, Vigilante Felice fu Costantino, Gallucci Michele di Tobia e Pandolfelli Vincenzo di Luigi.

Da notare come il fascismo accoglie i consensi tra gli ex combattenti.

 

1923, marzo 4.  Dal “Corriere dell’Irpinia”.

Anche l’Amministrazione comunale di Solofra, in vista della mutata situazione politica della provincia, ha creduto necessario rassegnare nelle mani del Prefetto le proprie dimissioni. Scompare così l’unica amministrazione dei partiti estremi della Provincia.

Dimissioni. Ieri l’altro (2-3-23) nel gabinetto del Prefetto della Provincia ed alla presenza dei dirigenti del Fascismo irpino e del Direttorio fascista solofrano, il Sindaco, in rappresentanza dell’intero consiglio, e il prof. Papa rassegnarono le dimissioni in omaggio alla mutata situazione nazionale. Venne redatto un breve verbale col quale si dichiarava che nessuna coercizione da parte dei fascisti locali era stata fatta all’amministrazione onde addivenire alle dimissioni e le riconosceva dai membri del Direttorio il merito di aver amministrato la cosa pubblica con correttezza ed onorabilità. Mentre trasmetto queste linee di cronaca il Sindaco Napoli, a nome dei colleghi dimissionari, rivolge un commiato ai cittadini di Solofra e cavallerescamente, dopo aver ricordato il frutto della sua gestione: restaurazione degli uffici comunali, sistemazione impiegati, riattazione edifici comunali, viabilità, lastricamento, sussidi ospedale civico, copertura dei quadri del Guarini nella chiesa madre monumento nazionale, acquedotto, stende la mano senza alcun rancore agli avversari dando loro il ben venuto in omaggio al benessere e alla concordia di Solofra.

 

 

N. B. Solofra ebbe un’amministrazione socialista guidata da Vincenzo Napoli dall’ottobre del 1920 al marzo del 1923. Il Corriere dell’Irpinia pubblicò il 5 luglio un’ampia relazione morale-finanziaria sull’operato di questa Amministrazione.

 

 

Inizia il contrasto tra fascisti e i socialisti santagatini, due gruppi agguerriti e in feroce lotta anche perché tra i fascisti erano passati molti socialisti che erano stati protagonisti nelle lotte del 1903. A S. Agata Irpina l’Amministrazione socialista non si dimise, come invece era avvenuto a Solofra e ciò provocò una serie di contrasti con i fascisti locali. 

 

Da S. Agata Irpina. 1923, luglio 19. (n. 29)

Per la salma di un eroe. Lunedì 9 luglio, in questo Comune, arrivarono i resti mortali dell’eroe fante Francesco De Maio. Auspice il Comune gli si tributarono le massime onoranze. L’amministrazione affisse un manifesto alla cittadinanza annunziando l’ora dei funerali ed invitando tutte le associazioni cittadine. Alle 18 il corteo si compose e ad esso presero parte l’Arciconfraternita dell’Immacolata con parato di lusso, le scuole comunali che, sempre per lo zelo della beneamata maestra signora Dissoni, si fecero molto ammirare, una rappresentanza delle scuole di Solofra. La salma avvolta in una bandiera tricolore, portata a spalle da combattenti autentici. Comune di Solofra, Comune di S. Agata, sezione fascista di Solofra, sezione dei combattenti di S. Agata e una folla di popolo reverente e commossa. Da tutti fu notata, e con i più svariati commenti, l’assenza della sezione fascista di S. Agata.

 

Il Sig. Francesco Barbarisi, assessore comunale, nel procedere ad una colletta pel paese per tributare le onoranze al Soldato ignoto, si recò nel locale dell’attuale fascio, allora Circolo Unione a chiedere l’obolo, gli fu risposto dai signori stessi, che oggi sono fascisti, che non potevano dar niente in base ad una decisone presa di avversare qualsiasi opera che ad iniziativa dell’amministrazione, bene o male, si volesse fare. Noi pensiamo, e giustamente, che l’assenteismo alle onoranze del caro milite sta sempre in rapporto della decisione presa e non ancora revocata.

 

1923, agosto 23.

Dal segretario politico del fascio di S. Agata di sotto riceviamo la seguente rettifica ad una corrispondenza da noi pubblicata nel n. 29 che per dovere d’imparzialità integralmente pubblichiamo: Ill.mo Signor Direttore “Corriere d’Irpinia” Avellino. Affidandomi alla sua ben nota imparzialità e gentilezza, prego pubblicare la presente rettifica alla nota comparsa nel n. 29 del suo giornale a firma del Sig. Angelo Famiglietti. Al quale faccio notare che doti principali di ogni giornalista, sebbene egli sia calzolaio, oltre che di ogni gentiluomo, sono l’imparzialità e la verità, non la partigianeria e la menzogna elevata a sistema.

Mentisce Famiglietti o chi per esso scrivendo che l’Amministrazione fece affiggere un manifesto alla cittadinanza annunziando l’ora dei funerali e invitando le associazioni cittadine. Nessun manifesto fu affisso e i preparativi per le onoranze funebri furono fatti con gelosa segretezza onde tener all’oscuro il fascio locale del quale al Famiglietti e compagni interessava il non intervento.

Il Fascio non ha nulla a che vedere con il Circolo Unione. L’allora presidente di quel Circolo, capitano decorato al valore Gaetano De Maio, rifiutò ogni contributo all’assessore Barbarisi, segretario politico del P. S. I. locale, perché le onoranze al milite ignoto dovevano servire solo per indorare la pillola rossa ai nostri concittadini. E lo provò il discorso commemorativo dello stesso Barbarisi che, invece di essere l’esaltazione dell’eroe, fu uno sproloquio … rosseggiante. Ha dimenticato tutto ciò il Famiglietti o devo ricordargli: ne sutor ultra crepitam? Ringraziamenti ed ossequi sentiti. G [aetano]. De Maio.

 

 

A S. Agata l’Amministrazione socialista cercò di non far partecipare alla cerimonia la sezione fascista prendendo sotto la propria bandiera il ritorno in patria dell’eroe.

Si noti come il combattentismo entra nel contrasto tra i due gruppi: a Solofra c’erano degli ex combattenti del Direttivo fascista, il socialista Famiglietti chiama veri combattenti i santagatini che parteciparono al corteo. Il combattentismo santagatino è di impronta socialista infatti il Circolo operai aveva una Sezione combattenti. (Famiglietti era un ex combattente).

Da seguire Francesco Barbarisi, assessore socialista dell’Amministrazione di S. Agata. 

 

 

In questo articolo ci sono altri elementi per seguire il contrasto tra i fascisti e i socialisti santagatini.

 

1923, settembre 26-27. Da “Il Mattino”.

Sventiamo il pericolo. S. Agata di sotto, 24.

L’altra sera nella locale sezione del Partito nazionale fascista si è tenuta un’importante e numerosa riunione con l’intervento dell’attivissimo segretario politico Gaetano De Maio e del Direttorio al completo per discutere in merito al contegno assunto dagli amministratori socialisti del comune di fronte alle risultanze della nota inchiesta Petrocelli e del relativo procedimento giudiziario in corso. Da questa riunione sono emerse moltissime e gravi circostanze che ci obbligano a richiamare l’attenzione dell’autorità competente perché sieno in guardia dai soliti intrighi della politica con i quali si cerca di sorprendere la loro buona fede pur di salvare amministratori indegni.

Queste basse manovre di salvataggio devono aver termine ed essere stroncate all’inizio, in ossequio ai più elementari principi di onestà e di giustizia. Per tanto si invitano tutti gli iscritti al P. N. F. i dirigenti, le sezioni limitrofe, autorità, combattenti, amici e simpatizzanti di vigilare e segnalare senz’altro alla sezione di S. Agata di sotto, per i provvedimenti del caso, qualsiasi movimento diretto a soffocare l’opera della giustizia tenendo presente che è dovere di ogni buon fascista oltre che di italiani, di contribuire con azione disciplinata e concorde ad eliminare dalla società i veri nemici interni seguendo così i voleri del Duce che deve ridonare alla patria grandezza e splendore.

 

Questo articolo de “Il Mattino” evidenzia una modalità di demolizione degli oppositori. Questi amministratori saranno tutti processati per costringerli alle dimissioni e poi saranno tutti assolti nel 1926 “per non aver commesso il fatto”, quando molti erano diventati fascisti, altri morti, altri si erano arresi o erano diventati innocui. 

 

 

 

Una realizzazione dell’Amministrazione socialista di S. Agata: il cambio del nome del paese.

 

1923, ottobre 11. Dal “Corriere dell’Irpinia”.

Da S. Agata Irpina.

Il nome del comune cambiato. Mercé l’interessamento del Sindaco Angelo Famiglietti, cooperato dagli assessori Enot. Francesco Barbarisi e uff. postale Masi Donato, nonché dall’applicato di segreteria rag. Giuseppe Visone, il 5 luglio pp. a S. Rossore S. M. il Re firmò il decreto col quale questo comune cambia il suo nome da S. Agata di sotto in S. Agata Irpina. È questo un avvenimento lietissimo per la cittadinanza, tanto più che desiderato da secoli solo oggi si ottiene. Coll’andare in vigore del suddetto decreto, sempre per interessamento dei sullodati, il timbro comunale di nuova costruzione porta lo storico stemma di S. Agata, raffigurante due sirene che innalzano un fascio di edera al sole (A. Famiglietti).

 

Si può considerare che il cambio del nome non sia stato una buona cosa. Esso eliminò una connotazione di grande valore storico. L’espressione S. Agata di sotto non indica solo la collocazione in basso dell’insediamento rispetto all’altro posto in alto, indica anche un fatto storico: la divisione in due del grande casale di S. Agata, avvenuta nel XIII secolo. Nella motivazione per la richiesta del cambio fu detto che erano stati i napoleonici ad imporre quel nome. La realtà è invece diversa poiché quando S. Agata ebbe l’autonomia da Serino, alla fine del XVIII secolo, non potette più chiamarsi “S. Agata di Serino”, come fino ad allora era avvenuto, e si chiamò con il suo altro nome, e cioè “S. Agata di sotto”. Questo nome metteva in risalto un dato storico di grande valore.

 

 

Un articolo indicativo dei rapporti tra Prefettura fascista e Comune socialista. Da notare che Sabino De Maio era sindaco quando fu scalzato dall’avvento dell’Amministrazione socialista.

 

1923, novembre 1923. Dal “Corriere dell’Irpinia”.

Da S. Agata Irpina. Ricorso. Domenica scorsa all’albo pretorio del comune fu pubblicata una deliberazione del consiglio comunale con la quale si ricorreva al governo del re per ottenere quello che ordinariamente non è stato possibile ottenere dalla Prefettura. I fatti: Appena l’amministrazione comunale fu assunta alla carica, il sig. Francesco Plumidallo citò quest’ultima per ottenere il compenso di cinque anni di lavoro reso al Comune. Siccome dagli atti non risultava alcun incarico dato al Plumidallo pel servizio prestato, il Comune dichiarò in sede di conti la responsabilità del Sindaco del tempi, sig. Sabino De Maio. Il Consiglio di Prefettura, sanzionando l’operato del Consiglio fece obbligo ad esso De Maio di rivalere il Comune del danno arrecato ai sensi dell’art. 318 della legge comunale e provinciale. Trascorso il termine utile senza avere soddisfazione, il Comune chiese al Prefetto l’approvazione della clausola esecutiva al dispositivo del Consiglio di Prefettura, inviando il foglio di carta da bollo occorrente. La pratica in parola, sollecitata diverse volte (non escluso un esposto al Prefetto), rimase sempre inevasa. Il Consiglio, ricorse come abbiamo detto al governo, da cui ha ricevuto piena soddisfazione. È meraviglioso però il modo con cui la Prefettura ha risoluto il problema. In una lettera diretta al sindaco diceva: “Con foglio del 1° settembre n.18664 veniva chiesto un altro foglio di carta da lire 3,60 essendo insufficiente quello trasmesso. V. S. non si è resa parte diligente ed è perciò che la pratica è rimasta inevasa”. Senza entrare nel merito noi plaudiamo alla energia del governo con la quale ha tutelato gli interessi del Comune. (T)

 

 

 

Il giornale “Roma”, di marca fascista, la notizia dello scioglimento dell’Amministrazione di S. Agata Irpina come un evento positivo. Il “Corriere dell’Irpinia”, diretto da Guido Dorso, ha un tono completamente diverso.

 

1924. Dal “Roma”. Napoli 17 gennaio 1924.

Varie da S. Agata Irpina. Si vocifera che questa amministrazione verrà sciolta e nominato un commissario prefettizio, e se così sarà si spera in un futuro avvenire di questo paesello, che per il passato è stato più abbandonato del momento attuale, perché si è pensato solamente di occupare il posto e mai al benessere della cittadinanza che ha vissuto sempre nella massima buonafede senza badare e controllare “uomini e cose”.

 

Ignoti di questi dintorni e non di altra provincia, come ad arte si vorrebbe far credere, hanno scassinato la porta della rivendita di generi di privativa di Bernardo Famiglietti proprietario, ed hanno rubato poca roba per circa 300 lire, senza lasciar traccia di sorta, perciò la p. s. indaga con la lusinga di potere scoprire gli operatori delle tenebre.

Il furto in casa Famiglietti sa di azione intimidatoria.

 

 

1924, gennaio 31. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da S. Agata Irpina.

Il Consiglio comunale sciolto. Con decreto del 17, corrente  il Consiglio comunale di S. Agata Irpina è stato sciolto; il Commissario è stato scelto nella persona del nostro concittadino Ernesto De Maio. Noi non sappiamo le ragioni per le quali le autorità hanno agito contro il solito, ma riteniamo che esse siano bene regolate: In un Comune ove la lotta tra due partiti è… (diciamo così) seccante, lo abbatterne uno per metterne su un altro senza consultare il corpo elettorale, secondo noi è errato, ad ogni modo lasciamo alle autorità stesse, la completa responsabilità dei fatti.

Ernesto De Maio fu socialista e fondatore nel 1902 della Lega pellettieri.

 

Pubblichiamo intanto il commiato della sciolta amministrazione.

Concittadini! È con animo sinceramente grato che nel momento in cui lasciamo la carica ove pebliscitariamente ci eleggeste io, gli assessori e i consiglieri tutti vi ringraziamo della cooperazione, della collaborazione e la simpatia con le quali avete confortato l’opera nostra per oltre un triennio, durante il quale con affetto devoto e disinteressato abbiamo dato al nostro paese, la migliore energia della nostra giovinezza temprata dal fango della trincea e dalle raffiche della mitraglia quando sul Carso insanguinato e sulle Alpi impervie si stava in guardia della Patria in armi. Della Patria che non era il monopolio di nessun partito, ma il sentimento meraviglioso e possente della nazione tutta.

Voi conoscete molto bene l’opera nostra: la conoscete in ordine ai miglioramenti apportati a tutte le categorie dei pubblici servizi, la conoscete in ordine all’applicazione dei pubblici tributi coll’avere adottato il metodo di “paga chi può”. Le nuove scuole, la concessione del prestito di lire 58.700 per la costruzione dell’edificio scolastico, l’impianto dei pubblici fanali, il concordato col medico condotto e ufficiale sanitario il consorzio di segreteria col comune di Solofra, il riordinamento degli uffici ed infine la rivendicazione dei diritti del Comune verso il tesoro comunale di lire 3300 e verso l’ex sindaco Sabino De Maio in lire 1765 e qualche altra cosa che presto verrà alla luce, sono la prova più lampante del nostro lavoro indefesso e della scrupolosa tutela degli interessi del Comune.

Cittadini! A voi, nientaltro che giudicare. Gradite quindi l’espressione massima del nostro affettuoso saluto. S. Agata Irpina, 17 gennaio 1924. Angelo Famiglietti.

 

 

 

Continua l’opera di appropriazione del piccolo Comune di S. Agata che si vede soppresso il Circolo operaio, espressione di quella massa contadina e operaia che aveva dato il potere all’Amministrazione socialista.

 

1924, febbraio 2. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da S. Agata Irpina.

Varie. Con decreto del Prefetto di Avellino in data 2 corrente, per gravi motivi di ordine pubblico, il Circolo operaio di questo comune è stato sciolto ed i locali chiusi. L’impressione destata dal suddetto decreto è stata penosa: il Circolo sorse da oltre due anni per sollevare gli operai, finché trovassero un punto di appoggio, invece di frequentare le cantine con danno morale e materiale; durante tutta la sua vita, benché fatto segno a spietate persecuzioni… pur tuttavia è stato di modello, non ha dato luogo a nessuna sia pur unica lagnanza, né ha mai provocato il più lieve disordine. Nel giugno del 1923 fu trasformato in Sezione combattenti. Giustamente si ritiene che al Prefetto della provincia si sia lasciato comprendere il rovescio della verità e noi nutriamo fiducia che egli, compenetrandosi della verità stessa, voglia ordinare la riapertura dei locali, se non altro almeno per la sezione dei combattenti.

 

Ieri l’altro con gran stupore dei cittadini il fanale a colonna messo tre anni or sono nella piazza principale del paese, la cosiddetta piazza Municipio, è stato tolto. Essendo questo un atto lesivo agli interessi collettivi, giacché si è rimasti nelle tenebre più fitte, ci rivolgiamo sempre al Prefetto di Avellino perché voglia intervenire con la sua autorità onde sottrarre la cittadinanza da personali capricci.

Un’azione punitiva.

 

La festa della protettrice S. Agata svoltasi ieri 5 è riuscita superiore alle aspettative specie per l’oratore sacro prof. Mariano De Luca da S. Lucia di Serino che con la sua dotta ed affascinante parola svolse uno storico e commovente poema della vita della santa. Vada una lode al rev. parroco Giovanni De Maio.

 

 

 

Due notizie sulla sezione Combattenti di Solofra.

 

Da S. Agata.

Nelle elezioni svoltesi domenica alla sezione dei combattenti di Solofra ad unanimità venne eletto a Sindaco della stessa Antonio Famiglietti. Di qui.

 

Da Solofra.

Sezione Combattenti. Domenica scorsa presieduta dall’ing. Emilio Ziccardi, delegato provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti, si è riunita l’Assemblea dei soci per le elezioni delle cariche sociali.

Con una votazione lusinghiera, circa 250 voti, è stata eletta la lista che faceva capo al presidente uscente cav. avv. Vistocco Alfredo, ex combattente e mutilato di guerra. Altri componenti del Consiglio direttivo sono: notaio Scherillo Candido, ex capitano e ferito di guerra; Grimaldi Alfonso; Rossi Luigi; Garzilli Lorenzo; Didonato Napoleone; e Giliberti Arcangelo. È stato confermato il presidente uscente cav. Alfredo Vistocco e nominati rispettivamente vicepresidente e segretario il notaio Schirillo e il sig. Didonato. La nomina del Consiglio direttivo non poteva uscire migliore, perché gli eletti sono dei valorosi ex combattenti e molto ben veduti dal paese tutto. (E. Ronchi).

 

Nella seconda notizia non si accenna al Famiglietti, eletto come sindaco della Sezione combattenti di Solofra dopo essere stato defenestrato da S. Agata.

 

 

 

1924, febbraio 14. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da S. Agata Irpina.

Varie. Con solennità superiore agli altri anni si è svolta quest’anno in questo comune la Festa del Fascio che suol celebrasi la seconda domenica di febbraio, anche perché si volle comprendere in essa la presa di possesso di questo Commissario. Fu affisso perciò il terzo plico dei manifesti del 25 gennaio u. s. nonché manifestini inneggianti al Fascismo, al Duce a De Cristoforo e … al cav. Petrocelli, preceduto per quest’ultimo dal bisillabo: “Viva” e seguite dalla parole “nostro liberatore”: Intervennero un manipolo della M.V.S.N. di Avellino, un gruppo di avanguardisti, una rappresentanza del sindacato ferrovieri fascisti, il fascio di Solofra, il rappresentante del Comune sig. Pelosi, il rappresentante dei fascisti di S. Andrea Apostolo, don Felice D’Urso; il parroco di qui, in rappresentanza della chiesa di G. C., il prof. avv. Alfredo De Marsico, in rappresentanza del Direttorio provinciale, ed il consigliere aggiunto Emilio Petrocelli. Quest’ultimo portò una nota di conforto in questa laboriosa cittadinanza che nel “Mattino” del 30 gennaio era stato dato defunto. Pronunziarono discorsi il segretario politico del Fascio, il R. Commissario, il signor Petrizzi, il cav. Petrocelli, il prof. De Marsico. Gli intervenuti, complessivamente un centinaio, applaudirono tutti freneticamente. Noi, sebbene assenti, ci dogliamo dell’assenteismo della cittadinanza.

La solennità della festa è determinata dalla presa di possesso da parte dei fascisti del piccolo Comune. La sottolineatura riguardo il Petrocelli si riferisce all’azione da costui intentata contro gli Amministratori socialisti, che giustificò la loro defenestrazione. Si notino i nomi dei fascisti locali e la sottolineatura sull’assenza della popolazione.

 

Su questo Regio Commissario dopo dieci giorni di energica, valente, amministrazione è stato inviato dal Prefetto un Commissario prefettizio nella persona del sig. Leopoldo Madia, per l’esecuzione della legge elettorale violata, e così il Comune trae quei vantaggi, specie finanziari, che si posero a base per un regio Commissario cittadino.

Ci si riferisce al Commissario cittadino che prese la guida dell’Amministrazione dopo la caduta di quella socialista.

 

1924, febbraio 21.

Verso la pacificazione degli animi. Domenica scorsa in occasione della festa fascista il sig. Francesco Barbarisi già segretario politico della Sezione del P. S. I. di questo Comune, recentemente perquisito in casa e, pare, anche denunziato per possesso abusivo di armi e di corrispondenza e stampa sovversiva, fu invitato da un membro del Direttorio del locale fascio a passare nelle loro fila in considerazione della sua fibra organizzativa e dell’immensa simpatia che gode in questa gentile cittadinanza. E siccome l’invito avvenne nel pieno svolgimento della festa, i vari fascisti presenti gli organizzarono una calorosa dimostrazione. Non sappiamo quali siano le decisioni del Barbarisi in merito, ma abbiamo notato che egli, assistito dal suo infaticabile seguace Antonio De Stefano, è stato da quel giorno in poi in continuo contatto con gli avversari. Auguri di buon successo.

Il passaggio del Barbarisi dalla parte dei fascisti è preceduto dalla perquisizione in casa.

 

Giudizio per oltraggio. Lunedì 25 corrente innanzi la Pretura di Montoro sarà discussa la causa a carico del sig. Isidoro De Maio, fratello del segretario di questo fascio [Ernesto De Maio] per aver oltraggiato l’ex sindaco di questo comune all’atto della consegna dell’ufficio Comunale al R. Commissario. Informeremo il lettori del risultato.

Il passaggio dall’amministrazione socialista, guidata dal Famiglietti, a quella fascista, guidata da Ernesto De Maio, ex compagno di lotta del primo, non dovette essere affatto pacifica. Si legga più giù la soluzione di questo giudizio.

 

Provvedimenti per il R. Commissario. Il R. Commissario, con deliberazione dell’8 corrente, ha stabilito di costituirsi, in nome del Comune, parte civile nel processo contro gli ex amministratori, nominando patroni di parte civile gli avv. Giliberti [….] considerando le gravi spese a cui il Comune andrebbe incontro nonché l’inopportunità della difesa, poiché pensano che essa, mentre vorrebbe dar l’impronta di un’estrema tutela degli interessi pubblici, in effetti ha lo scopo di salvare coloro che, senza scrupoli hanno deposto a carico degli accusati, hanno deciso di ricorrere avverso a tale atto alla G. P. A. per la revoca. Si attende l’esito. (Famiglietti).

Inizia l’azione contro gli ex amministratori che porterà ad un processo finito con l’assoluzione piena solo nel 1928.

 

 

 

 

1924, febbraio 28. Da Solofra.

Sezione di Pretura. La nostra città dalla affrettata riforma giudiziaria del settembre dello scorso anno era stata privata della sede della Pretura indispensabile in una cittadina industriale come la nostra. Malgrado le lagnanze generali ed i voti dei vari sodalizi locali, fatti al governo per farlo retrocedere dal provvedimento, questo venne egualmente eseguito, arrecando un danno considerevole a questa cittadina specie al ceto industriale.

Ora per interessamento della locale Associazione combattenti, che inviò un dettagliato memoriale, redatto personalmente dal presidente cav. avv. Alfredo Vistocco e nel quale si dimostrava in modo inconfutabile la necessità di avere la sede di Pretura, il governo è venuta nella determinazione di accontentare la cittadinanza facendo istituire una sezione di Pretura che funzionerà regolarmente dal primo marzo prossimo nei giorni 10, 17, e 24 di ogni mese (Ennio Ronchi).

La soppressione della Pretura e poi la sua riapertura dietro interessamento della Sezione combattenti fa parte di tutta una serie di piccole azioni tese a legittimare chi si schiera dalla parte fascista. Si segua l’operato del Vistocco.

 

Da S. Agata Irpina.

Grave giudizio per diffamazione. Giovedì 20 marzo innanzi alla XI sezione del Tribunale di Napoli sarà trattata la causa a carico del sac. D’Urso Raffaele per diffamazione a mezzo stampa contro l’ex sindaco di Solofra prof. Vincenzo Napoli. Vi saranno, quali testi, autorevolissimi personaggi. Informeremo i lettori del risultato.

Vincenzo Napoli era il sindaco socialista defenestrato a Solofra.

 

Oratore sacro. Nelle solenni quarantore che si celebreranno in questa parrocchia a cura della fiorente Associazione dell’Immacolata nei giorni 1, 2, 3, 4, marzo terrà il pergamo il colto e geniale can. prof. Francesco D’Urso, che tanta simpatia gode in questa cittadinanza la quale tre anni or sono lo acclamò cittadino onorario.

 

Per un grande invalido di guerra. Ad unanimità domenica scorsa il grande invalido di guerra Luigi Lettieri fu iscritto gratuitamente a questa Associazione religiosa dell’Immacolata.

I combattenti di questo comune che non potettero esprimere i loro ringraziamenti verbalmente per stupido incidente ringraziano l’assemblea a mezzo di questo autorevole giornale. (T).

 

 

Con sottile ironia si informa di un’altra azione fascista di conquista.

 

1924, marzo 13. Da S. Agata Irpina.

La realizzazione di un ardente desiderio. Continuando nell’opera di pacificazione degli animi questo Direttorio della Sezione fascista, martedì 11 corrente mese, giunse ad un accordo con i ferrovieri di questo cantone, auspice il caposquadra sig. Nello Maraghini redigendo apposito verbale. Così tutte le accuse accumulate a carico di questi bravissimi giovani, tutti combattenti, vengono a cadere ed essi restano vittoriosi sotto tutti i punti di vista sui loro inqualificabili ex avversari.

La sezione ferrovieri fu al centro delle lotte socialiste nel 1903. Da notare che i ferrovieri erano ex combattenti, che vengono accusati prima di accordarsi con i fascisti.

 

 

Una notizia sulla situazione del combattentismo solofrano.

 

1924, marzo 2. Da Solofra.

Per Fiume. Domenica 16 Corrente per celebrare l’annessione di Fiume, questa sezione locale dell’Associazione Nazionale Combattenti, si portò in Avellino onde partecipare al corteo ufficiale. La sezione, rigogliosa e fiorente, composta di oltre 350 iscritti, tutti giovani ed autentici reduci della trincea onde hanno cimentato la loro forte giovinezza in una lotta ardita e tenace, è presieduta dall’instancabile e caro giovane avvocato Alfredo Vistocco, mutilato di guerra. E domenica scorsa intorno a lui e con lui si recarono in Avellino circa 250 combattenti a rappresentare degnamente la nostra città. La sezione di Solofra per la disciplina e compostezza nella marcia fu oggetto di ammirazione tanto da noi che dal capoluogo, ove fece riportare a tutti un’ottima impressione, tanto da meritare gli elogi delle autorità. Al cav. Vistocco ed ai suoi diretti collaboratori, notaio Schirillo e sig. Didonato, che tanto si cooperano in pro della benemerita Associazione, giungano da queste colonne gli incitamenti a fare sempre meglio a favore della ridente Solofra.

Da notare la sottile ironia che traspare da questa notizia. I combattenti solofrani stanno per essere assorbiti nel fascismo.

 

 

1924, marzo 2.

Cronaca giudiziaria. Lunedì 17 c. m. ebbe luogo innanzi a questa locale sezione di Pretura il procedimento a carico di De Maio Isidoro per oltraggio ad un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni su denunzia dell’ex sindaco di S. Agata Irpina. Funzionava da P. M. l’avv. Vistocco, il quale chiese per il De Maio l’assoluzione per mancanza di prove. Il giudice accolse la proposta e assolse il De Maio.

 

Si noti l’avv. Vistocco a difesa del De Maio, fratello del segretario della Sezione fascista di S. Agata Irpina e Commissario di quel Comune.

 

Le elezioni politiche del 1924, condotte con intimidazioni e brogli, dettero al Partito fascista molti voti.

 

1924, marzo 2. Da Solofra.

Elezioni politiche. Non abbiamo avuto il piacere di ascoltare la parola di qualcuno dei candidati al Parlamento. Pare impossibile, ma pure è così che il candidato avv. De Maio, che, apprendemmo, esser quasi nostro concittadino essendo nato nella vicina S. Agata, sarà quello che prenderà meno voti degli altri. La situazione non è ancora chiarita, ma possiamo assicurare che le liste che avranno una buona votazione sono quella nazionale e quella degli on. Rubilli ed Amatucci che qui godono larghe simpatie e vecchie e sincere amicizie.

Rubulli ed Amatucci furono i rappresentanti fascisti al parlamento.

 

 

Un altro attacco al piccolo Comune di S. Agata Irpina: l’inchiesta all’Arciconfraternita dell’Immacolata che era gestita da due socialisti.

 

1924, marzo 2. Da S. Agata Irpina.

Inchieste … elettorali. Dopo l’Amministrazione Comunale e quella della Congrega della carità è la volta dell’Arciconfraternita dell’Immacolata: il sig. Ernesto De Maio, componente di questo Direttorio fascista, è stato recentemente autorizzato dal Prefetto della provincia ad eseguire una rigorosa inchiesta nell’amministrazione del sodalizio prefato.

Quando i signori Visone e Gagliardi nel 1921, assistiti da altri non meno zelanti associati, furono chiamati plebiscitariamente a dirigere il religioso istituto che si vuole abbattere ad ogni costo, trovarono le seguenti eredità: cassa vuota, ceri per processioni nessuno, stendardo distrutto, funerali da celebrarsi alla memoria dei fratelli già da tempo defunti, uffizio domenicale che non più si celebrava per mancanza di fondi, disordine e soprattutto indisciplina al massimo grado.

I sullodati signori passarono immediatamente all’opera con lo zelo e con la volontà loro indomabile, e in due anni senza verun cespite maggiore hanno confezionato venti veste per funzioni solenni, stendardo in seta damascata, coprinicchia di seta pure damascata, acquistato grandi cere per le funzioni, lumi ornamentali per la chiesa, ripristinato l’ufficio domenicale, riscattato proprietà dell’Associazione e costruite due strade per la medesima, ed altro che sfugge alla mente in questo momento, ed hanno a disposizione un fondo di cassa di oltre 5000 lire. Ma quello che costituisce il vanto loro innegabile è la disciplina e l’ordine instaurato e che in effetti è la causa degli avvenimenti. Inoltre l’Amministrazione il 31 gennaio u. s. si presentò all’assemblea dimissionaria per compiuto periodo di carica; ebbene per acclamazione fu invitata a rimanere al posto che con tanto zelo aveva tenuto per due anni; gli amministratori, che già subdoravano il vento che spira, chiesero se mai di essere rinominati con un’elezione e a ciò si addivenne, e su 130 iscritti riportarono 4 voti contrari. Questa in breve l’amministrazione su cui oggi si indaga. Noi non possiamo lasciare l’argomento senza una protesta tanto più che siamo sicuri di aver solidale tutta intera la cittadinanza. (T).

Da notare la data in cui i due socialisti prendono il governo dell’Arciconfraternita, la sua trasformazione in istituzione a sostegno della classe popolare e il fatto che la riconferma fu voluta con una votazione data la situazione cambiata (“gia subdoravano il vento che spira”).

 

Conseguenza dell’inchiesta furono le dimissioni degli amministratori socialisti e la elezione di altre persone più morbide verso il nuovo regime.

 

1924, marzo 27 . Dal “Corriere dell’Irpinia”.

Da S. Agata irpina. L’Amministrazione dell’Arciconfraternita dell’Immacolata, colpita da un’inchiesta…. Prefettizia ha rassegnato le dimissioni. L’Assemblea generale dopo aver votato con lusinghiero ordine del giorno a favore dei dimissionari e contro il facile … metodo messo in uso dalle Autorità tutorie, ha nominato la nuova amministrazione nelle persone dei confratelli: Maffei Gabriele, Napoli Nicola e Gagliardi Raffaele, tutti strenui difensori ed amministratori dei loro predecessori. La loro promessa appena dopo l’insediamento, è stata quella di continuare l’opera sagace ed intelligente di comune accordo intrapresa tre anni or sono. Auguri.

 

 

 

Il defenestrato ex sindaco socialista di S. Agata si difende dalla stampa che lo attacca.

 

1924, marzo 20. Dal “Corriere dell’Irpinia”.

Illustrissimo Direttore. Se non le dispiace mi dia posto per queste poche righe. La settimana scorsa un quotidiano di Napoli ed un settimanale di Avellino, pubblicarono un comunicato di nota marca da questo Comune, che mentre riguardava me faceva apprezzamenti circa la condotta del suo autorevole giornale. Io ritengo che il comunicato in parola sia privo di senso e che, ad eccezione di una minaccia chiuso da un motto latino che realmente lascia il tempo che trova, non vi sia altro su cui si debba fermare la nostra attenzione tanto più che nessuna delle mie pubblicazioni smentiva o rettificava. Tutto il resto, tranne la fonte da cui traggo il pane quotidiano, mi onora semplicemente!  Grazie ed ossequi! Angelo Famiglietti.

Angelo Antonio Famiglietti era calzolaio ed organista nelle funzioni religiose.

 

 

La lagnanza di un cittadino non comune (ex sindaco defenestrato) che segue gli atti amministrativi del Comune che fino a poco prima governava.

 

1924, marzo 20.

Se noi facessimo sentire la nostra voce appena si verificasse uno sconcio nell’amministrazione del nostro Comune, si potrebbe pure dire che faremmo la caccia al pretesto, ma, quando come nella attuale lagnanza parliamo dopo due mesi che lo sconcio perdura ai danni assoluti della cittadinanza, crediamo di commettere precisamente il nostro dovere.

L’aumento della tariffa daziaria e l’inclusione di nuove voci in essa è un fatto ormai compiuto in tutti i Comuni d’Italia a S. Agata no. A. S. Agata il dazio è sempre quello della tariffa del 1910. Evidentemente l’aumento non è stato apportato per fini elettorali, ma il bello consiste in questo: mentre in tutti gli altri Comuni il dazio sulla carne è di 30-40 lire al quintale, qui è di 12, e la carne, proprio per disposizione del R. Commissario si vende a prezzo pari a quello degli altri Comuni capoluoghi di provincia. Così i legumi, la cera, ecc. Lo zucchero è addirittura un genere senza dazio e si vende a 7 lire il chilogrammo. Per ciò se c’è un certo diritto ancora per i cittadini a controllare l’Amministrazione civica a ciò si ispira il nostro concetto.

 

 

 

Cronaca della festa del patrono a Solofra.

 

1924, maggio 15. Da Solofra.

Festività. Domenica 11 c. m. con la ormai tradizionale sfarzosità si è celebrata la festività di S. Michele, patrono di Solofra. Ci fu un numeroso concorso di forestieri tanto da Avellino e Mercato S. Severino che dagli altri paesi circonvicini. Tenne il pergamo il dotto conferenziere prof. Agostino Soriano che avvinse il pubblico che sempre più numeroso accorreva ad ascoltarlo. Durante il novenario la musica sacra fu eseguita dal giovane bravo organista Angelo Famiglietti della vicina S. Agata Irpina e dal prof. Mele di Napoli. Applaudite le bande musicali, tanto quella di Pratola Peligna che la municipale di Potenza, specie quest’ultima che riportò un trionfale successo nelle numerose esecuzioni in piazza Imberto I. A sera vi fu una gara di fuochi pirotecnici alla quale parteciparono ben cinque artisti della provincia e di fuori. Ai vincitori furono dati i premi in dollari oro, messi a concorso dal sig. Edoardo Giannattasio.

La giornata festiva non fu turbata affatto da incidenti, ma trascorse in una tranquillità ammirabile.

Al giovane maestro direttore della banda di Potenza prof. Ado Atzeni giungano le nostre congratulazioni per il lusinghiero successo. E non possiamo fare a meno di congratularci con il sig. Luigi Aufieri. presidente del Comitato per le feste, e con Edoardo Calabrese, segretario del Comitato, per l’attività spiegata e pel successo ottenuto (E. Ronchi).

Da notare la sottolineatura della mancanza di incidenti. È questa serenità e sicurezza che il fascismo prometteva ed assicurava a far avanzare il regime.

 

Un altro ritorno in patria di un caduto della Grande Guerra.

 

1924, maggio 22. Da S. Agata Irpina.

Salme di valorosi che ritornano.  S. Agata Irpina non è mai stata seconda a nessun paese della provincia nella celebrazione dei propri eroi caduti da prodi sul campo di battaglia, combattendo nel nome della patria della famiglia delle libertà umane conquistate dai nostri padri. Per domenica 25 corrente la cittadinanza si prepara a tributare solenni funerali in onore di un figlio del popolo nostro immolatosi eroicamente sull’aspro ed insanguinato Carso, nel fiore della giovinezza, quanto più la primavera della vita gli sorrideva spensierata e lusingatrice. Postillo Vincenzo di Pasquale, era il nome di questo eroico fante appena ventenne. Egli ritrovava in America dove avrebbe potuto restare come altri, ma, sensibilissimo alla voce della Patria che chiamava i suoi figli, abbandonò gli arnesi del lavoro per prendere un fucile ed accorrere laddove il dovere di italiano lo chiamava, là ove si combatteva per un ideale di giustizia e di libertà: e dove la salute della patria richiedeva la concordia ed il valore dei suoi figli. E sino al giorno dei morti del 1916 egli si batté con coraggio nel 155° Reggimento Fanteria, finché colpito da piombo nemico, la giovanissima esistenza, che sapeva il tormento del lavoro lontano dalla patria, si spense presagendo un’Italia migliore ma premurosa ed affettuosa di tutti i suoi figli.

Possiamo assicurare che i funerali riusciranno davvero degni dell’eroe che torna per riposare all’ombra dei cipressi del paese natio. (A. Famiglietti).

 

Da notare il diverso tono di questa notizia rispetto al precedente simile episodio quando la lotta era più acuta. Il Famiglietti, pur non aderendo al fascismo, smorzò di molto la sua verve politica, sia perché gli fu fatta intorno terra bruciata sia perché aveva una famiglia da sostenere.

 

Un’assunzione che si spiega con quanto accade nella Sezione Combattenti, raccontato più giù.

 

1924, maggio. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da Solofra.

Assunzione. Lunedì 11 corrente si è inaugurato l’Ufficio di Solofra della Banca Credito meridionale, che tanto si afferma nella nostra regione. L’incarico è stato dato al caro e colto giovane sig. Antonio Vistocco, né la scelta poteva essere migliore essendo il Vistocco un profondo conoscitore dell’ambiente commerciale, industriale ed agricolo di Solofra. Nella sede, che trovasi al corso Gregorio Ronca, è stato offerto ieri un sontuoso ricevimento al quale hanno partecipato professionisti e commercianti accorsi a ben augurare al giovane Vistocco operoso ed instancabile. Da queste colonne gli giungano i nostri sinceri auguri (Ennio Ronchi.).

 

 

Si cambia atteggiamento su un avversario politico

 

1924, giugno 12. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da Solofra.

Per l’onorabilità di un amministratore. Lo scorso anno anche Solofra fu fatta bersaglio dell’ira fascista, che portò alle dimissioni dell’Amministrazione Comunale facente capo al sig. Vincenzo Napoli, uomo che nella vita pubblica, è doveroso riconoscerlo, aveva portato, non solo tutte le sue energie ma la rettitudine della sua vita. Infatti noi con la imparzialità che ci distingue e per l’ufficio che esplichiamo dobbiamo attestare che, se può dissentirsi con le idee professate dal Napoli, non si può né si deve mettere in dubbio la purezza della sua vita.

In occasione dunque delle dimissioni dell’Amministrazione comunale si sferrò un attacco in forze contro la persona del Napoli, e tutti ricordano le velenose corrispondenze inviate al Mattino. Stimo ricordare che nella popolazione quanto veniva affermato in quei giorni produsse una reazione che strinse intorno alla persona del Napoli, quanti non potevano approvare certi metodi di lotta che alla fine giunsero a porre a repentaglio la istessa persona del bersagliato.

Il Napoli allora sporse querela contro il corrispondente dando ampia facoltà di prova. La causa doveva il 30 maggio trattarsi dinanzi alla undicesima sezione del Tribunale di Napoli dove comparve il rev. D’Urso Raffaele, rivelatosi autore delle corrispondenze, il quale, invitato dal Presidente del Tribunale, rilasciò dichiarazione con la quale riconobbe che quanto egli pubblicò sul “Mattino” fu dovuto unicamente ad inesatte informazioni avute sul conto del Napoli, persona corretta verso cui mantiene inalterata la sua stima e la sua amicizia. Di tale riconoscimento siamo lieti e con noi è lieta la cittadinanza che circonda di affetto questo giovane che in ogni sua manifestazione porta tanto entusiasmo e tanta bontà. (E. Ronchi).

Vincenzo Napoli rassegnò subito le dimissioni “in omaggio al cambiato regime politico”, passò poi al fascismo tanto da essere nominato Direttore della filiale solofrana del Banco di Napoli. Qui è chiaro il diverso clima che spira intorno a questa persona. Il suo accusatore sul “Mattino”, ritrattò e il processo fu chiuso. Da considerare che Vincenzo Napoli era un sacerdote che aveva lasciato la vita ecclesiale, era stato prima a capo delle lotte socialiste dal 1919 al 1921, quando a Livorno entrò nel Partito Comunista Italiano e fu sindaco dell’Amministrazione di sinistra di Solofra. 

 

Succede alla sezione Combattenti di Solofra.

 

1924, giugno 12. Da Solofra.

Nella sezione combattenti. Siamo a conoscenza che un vivo malumore regna tra i numerosi soci della sezione combattenti per il fatto che il delegato al Congresso, colà tenutosi la scorsa domenica, non ha seguito le direttive a lui date dall’Assemblea dei soci, chiamata a pronunciarsi sull’indirizzo dell’Associazione stessa. Infatti la sezione aveva votato il seguente ordine del giorno:

“L’Assemblea centrale dei soci della sezione di Solofra, convocata il giorno 1° giugno 1924, avendo presa cognizione dell’ordine del giorno ed udita la relazione del suo Vicepresidente, circa l’azione svolta dalla sezione dal giorno della sua costituzione ad oggi:

costatando come nulla di nuovo e di differente sia intervenuto fino ad oggi nelle relazioni della Sezione con gli altri organismi locali politici,

costatando altresì, come fin oggi l’azione svolta dai predetti organismi ha suonato indifferenza verso la sezione e verso i Combattenti di tutta questa città,

prendendo in esame che una linea di condotta precisa, senza equivoci, rettilinea, deve essere mantenuta dall’Associazione Nazionale Combattenti e quindi dalle sezioni che da essa dipendono.

Fa voti che il Congresso della provincia di Avellino stabilisca doversi mantenere una vera apoliticità verso tutti i partiti, nessuno escluso, non potendosi ammettere che le forze vive del combattentismo fossero di volta in volta accaparrate solo dal Partito del Governo.

Ritiene inoltre che i combattenti, rappresentando la vera e sincera espressione della forza vitale della Nazione, debbano essi soli essere a capo delle forze tendenti a valorizzare i postulati spirituali di tutto il popolo italiano.

Fa voti che l’Associazione, prendendo in esame tali postulati, stabilisca se del caso partecipare alla vita politica della nazione con propri rappresentanti sotto la severa tutela e responsabilità degli organi direttivi. Dà mandato al proprio delegato al Congresso di sostenere tali principi e di votare di conseguenza.

Però il delegato avv. Vistocco al Congresso non ha né portato alla discussione tale ordine né ha votato di conseguenza ma si è accomodato alla maggioranza.

È certo che si avrà una larga discussione nella prossima assemblea. (Ennio Ronchi).

A S. Agata la Sezione Combattenti era formata di tutti socialisti e fu chiusa. A Solofra i Combattenti avevano una estrazione politica più varia (il socialista Antonio Famiglietti ne era Sindaco) per cui potette aderire ai tentativi del combattentismo nazionale di essere indipendente dal dilagante fascismo. Questo infatti dice il Proclama affidato dalla Sezione solofrana al Presidente Alfredo Vistocco, che, invece, si adegua alla maggioranza, che esprimeva il tentativo fascista di assorbire in sé il combattentismo.

 

La stessa cerimonia si ripete a Solofra

 

1924, giugno 19. Da Solofra.

Ritorno della salma di un caduto. Domenica 8 u. s. hanno avuto luogo in forma solenne i funerali della eroica salma di Postillo Vincenzo, caduto da prode il 2 novembre 1916 sull’altipiano carsico. Manifestazione più solenne non poteva essere fatta a questa giovinezza eroica spentasi a 21 anni per la patria e per la quale era accorso dall’America ove si trovava allo scoppio del grande conflitto. Al funerale organizzato dalla locale sezione dell’Associazione dei combattenti, ha partecipato tutto un popolo riverente e muto, con i numerosi sodalizi locali. Si è però notata l’assenza del Fascio di S. Agata Irpina e della Confraternita dell’Immacolata che, sebbene invitate, non hanno partecipato al corteo. Ci congratuliamo vivamente con i dirigenti della sezione combattenti, cav. Vistocco, notaio Schirillo, sig. Didonato Napoleone e con Angelo Famiglietti, rappresentante di S. Agata in seno al Consiglio direttivo della Sezione ,per aver saputo dare alla cerimonia funebre quella solennità che meritava (E. Ronchi).

Il contrasto tra S. Agata, ormai fascistizzata, e la Combattenti di Solofra, che aveva ancora nel suo interno tendenze autonomistiche, è evidente.

 

Una testimonianza delle intimidazioni e delle prevaricazioni usate in occasione delle elezioni del 1924, metodi che portarono alla vittoria del fascismo.

 

1924, giugno 31. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da S. Agata Irpina.

Grave processo elettorale. In seguito a denunzia presentata, l’autorità giudiziaria ha disposto severi indagini circa lo svolgimento delle operazioni elettorali in occasione delle ultime elezioni politiche in questo Comune. Sono stati già sentiti numerosi elettori e, secondo si racconta, nella sua prima fase l’istruttoria avrebbe accertate delle responsabilità non lievi a carico di parecchi capi tribù di quaggiù. Noi siamo certi che la giustizia italiana, punitrice indistintamente di tutti i delinquenti, farà sentire, come sempre, la sua forza possente a tutti coloro che, comunque, abusando di distintivi di grado malamente applicati, si sono resi colpevoli di impedimento con violenza del libero esercizio dei diritti elettorali. E per non intralciare l’opera del magistrato ci asteniamo dal pubblicare i fatti per il momento.

 

1924, settembre 12. Dal “Corriere dell’Irpinia”.

Saranno spiccati quanto prima quattro mandati di comparizione contro note personalità del nostro comune per violenze e minacce praticate il 6 aprile u.s. a danno di vari rappresentanti di lista ed elettori. La  Giustizia “punitrice di tutti i delinquenti” porta così una nota di conforto in questi laboriosi cittadini. (T).

 

1925, febbraio 14. Da S. Agata Irpina.

Processo elettorale. Il 21 marzo prossimo, innanzi il Tribunale di Avellino, sarà discussa la causa per violenza elettorale contro il Commissario prefettizio del nostro Comune cav. Ernesto De Maio ed il Segretario politico del fascio Giuseppe De Maio. Non conosciamo i difensori che certamente saranno gli astri del giovane movimento; possiamo intanto assicurare che i danneggiati, costituiti parte civile, saranno patrocinati dai valorosi avvocati prof. Angelo De Stefano ed Aurelio Genovese. (T).

 

1925, maggio 30.

Da S. Agata Irpina. Ricorsi elettorali. Tutti gli elettori che furono cancellati in maniera illegale dalle liste elettorali politiche e amministrative di questo Comune sono stati riammessi dalla Commissione provinciale. All’amico Visone, che redasse i ricorsi, i nostri sentiti ringraziamenti.

 

Da ricordare che l’avvocato Angelo De Stefano è fratello di Felice De Stefano.

 

Alcune azioni prevaricatrici e vessatorie contro il piccolo Comune di S. Agata Irpina, reo di essere “un covo di sovversivi”.

 

Per la festa di S. Pasquale. Dal 17 maggio 1923 che il nuovo Procuratore della festa di S. Pasquale entrò in funzione non è riuscito a mettere su la solennità o meglio il programma di essa, che soleva espletarsi il giorno 7 luglio. Il popolo, devoto fervente del santo protettore, non sa rassegnarsi a trascorrere quel giorno senza i rituali fuochi, luminarie, concerti musicali, ecc. Rivolgiamo anche noi l’invito al procuratore inadempiente perché provveda magari in altro giorno più lontano.

 

Preghiera la prefetto della provincia. È da oltre un mese che con ordinanza commissariale i pubblici servizi devono chiudere i battenti alle ore 19 di ogni giorno, e chiudere alle ore 19 in tempo di solleone significa tenere sempre chiuso giacché prima di quell’ora nessuno osa uscire nei nostri piccoli paesi. Sembra perciò doveroso e soprattutto umano disporre che l’esecuzione di tale ordinanza cessi piuttosto di perseguire stolti capricci. E questa volta speriamo di riuscirvi.

 

Giudizio penale rinviato. Mercoledì scorso 23 luglio comparve innanzi al Tribunale di Avellino in veste di imputato per rispondere del grave reato di furto qualificato in danno dello  Stato di lire 4700 l’ex assessore comunale Nicola Trerotola. La causa per la mancanza di un testimone venne rinviata. Informeremo i lettori del risultato (T).

 

1924, luglio 17. Dal “corriere dell’Irpinia”. Da S. Agata Irpina.

Varie. Nel campo della ricostruzione, intendendo quello ristretto nella cerchia dei monti tra Pizzo di San Michele  e valico di Turci, c’è rumore, c’è odor di polvere. I Commissari regi e prefettizi sono diventati feroci e quando questi si inferociscono sono guai: strepitano, gridano, battono i pugni sui tavoli e se la prendono con tutti. Un bello spirito si faceva iniziatore di un triduo solenne ai nostri santi protettori e specialmente al protettore di Solofra, S. Michele Arcangelo perché con la sua spada avesse protetta la cosiddetta “conca di smeraldo”, non si sa mai nella furia i commissari dovessero decidere la distruzione di questi due poveri paesi!

Questa volta bersaglio della loro ira sono stati a S. Agata gli osti, ai quali è stato ordinato di chiudere gli esercizi proprio alle 19; a Solofra l’avv. Enrico Ziccardi, segretario pro tempore al Comune, dopo una scenata si è visto arrivare un biglietto di congedo. Noi prima di tutto abbiamo da dire di ciò di cui siamo estremamente dolenti. Il Ziccardi, che è anche segretario al nostro Comune, è un giovane modesto per quanto valoroso, laureato in legge, lontano dalle beghe politiche, e si è in breve tempo fatto valutare e stimare da quanti hanno ancora il culto per la gioventù, che dedica il suo miglior tempo ai libri anziché ai bagordi. Forte del suo sapere devesi solamente a lui se il municipio può conservare ancora un tale nome e non si è ridotto fino ad oggi ad un qualsiasi ufficio di scarti vecchi. Solo il Ziccardi, dato il completo assenteismo del Commissario, ha saputo dare in 17 mesi alla vita amministrativa un indirizzo ed una forma e perciò noi e con noi la cittadinanza vede con dolore il suo allontanamento.

Ma quali le ragioni dell’urto tra Commissario e segretario? Le nostre indagini hanno portato ad una costatazione: il Commissario aveva stimato poter fare del Ziccardi un impiegato cieco nell’adempimento dei suoi voleri, mentre il Ziccardi ha voluto serbare la propria indipendenza e l’onestà del suo carattere. Di qui l’urto che si è logicamente risolto con l’allontanamento del segretario. Ma tale fatto ci porta alla considerazione che, se il Commissario volesse ancora permanere alla direzione del Comune di Solofra per la suprema gioia della cittadinanza, dovrebbe finire col chiudere i locali e portarsi le chiavi ad Avellino. Infatti col licenziamento del segretario, il municipio resta con due soli impiegati ed un usciere: tutto l’altro personale venne cacciato via pochi mesi or sono con la riforma dell’organico, la quale tra le tante benemerenze del Commissario resterà come la pagina più logica della sua vita.

 

1924, agosto 7. Dal “Corriere dell’Irpinia”. Da S. Agata Irpina.

Botte e sempre botte! La triade inscindibile costituita in questo comune per rinfrancarsi del potere troppo amaramente perduto senza accorgersi che l’eco delle proprie gesta viene su sempre più insopportabile, continua nella sua opera di calunnie e diffamazioni, coinvolgendo sempre più gentiluomini indiscussi, che ebbero nella loro vita se non il pubblico bene. È la volta del venerando e popolarissimo segretario del Comune di Solofra sig. Bartolomeo Grimaldi, dell’indiscusso e mai abbastanza lodato can. prof. Francesco D’Urso, già Direttore didattico di queste scuole elementari, dell’ex assessore comunale De Stefano Domenico e nientemeno del defunto cav. Federico Barra, fulgido esempio di amministratore, guida sicura ed illuminata d’innumerevoli Amministrazioni comunali. Che dirà il popolo a noi sempre carissimo, quando vede il nome di uomini ad esso legato da vincoli indissolubili di affetto coperto di imputazioni infamanti laddove è costretto a pensare che gli accusatori hanno solo al loro attivo bagordi e furfanterie? (T)

 

1924, settembre 12. Da S. Agata irpina.

Varie. La voce che questa scuola di VI elementare viene soppressa trova credito anche negli ambienti scolastici: non di meno l’iniziativa sarebbe di un nostro concittadino reso magistrato a mezzo di decreto; le ragioni sarebbero: economia di lire 120 annue pel comune (fitto del locale) e sottrazione di questi alunni al pericolo della… nevrastenia. Noi stentiamo a credere ma non possiamo escludere ciò, perché conosciamo molto bene uomini e cose. Per ora formuliamo l’augurio che i nostri ottimi cittadini non siano privati della scuola, riservandoci di intervenire energicamente l’addove il sogno dovesse tradursi in realtà.

 

1924, novembre 20. Da S. Agata Irpina. 

Tenebre e … sempre tenebre. Non è la prima volta che siamo costretti a reclamare a mezzo della stampa per la luce in questo comune. Mentre nei paesi circonvicini la luce elettrica risplende qui, come per dispetto i pochi lumi a petrolio sono spenti da un anno. Non chiediamo per ora l’impianto elettrico convinti che ciò non è pane per i denti degli attuali dirigenti e la prova si ha proprio nella loro amministrazione decennale dove, pur ricercando col lanternino, non si riscontra un chiodo piantato (se si vuole vittime della persecuzione più brutale se ne trovano). Ma i pochi lumi facciamo lume che si accendano, i tempi non sono troppo lieti in questa provincia dove la cronaca è costretta a registrare continui furti, rapine ed altro ben di Dio, ed ogni povero diavolo che sopporta tasse non indifferenti crediamo, abbia il diritto di non sbattere vicino gli alberi la sera.

 

 

 

Un processo con ex combattenti che cantavano l’Inno degli arditi sull’aria di “Bandiera rossa”.

 

1924. luglio. Da S. Agata Irpina.

Combattenti condannati. Il giorno 18 luglio innanzi alla Pretura di Solofra si è discussa un’interessante causa per grida sediziose emesse da tre valorosi ex combattenti. Si trattava che questi ultimi la sera del 22 giugno, rincasando dopo di aver assistito ad una funzione religiosa, si fermarono in un angolo di piazza municipio ed assieme ad altri cantarono l’inno degli arditi che è musicato sull’aria di “Bandiera rossa” e gridarono viva Matteotti. Nondimeno il fatto dette ai nervi dell’ex socialista Ernesto De Maio, già segretario della Lega pellettieri di Solofra, il quale all’indomani li denunziò al Questore di Avellino. Durante il dibattito abbastanza movimentato il Pretore fu costretto ad allontanare per scorrettezze tali Costantino De Maio e Biagio D’Urso dalla sala dell’udienza. Il difensore degli imputanti avv. Aurelio Genovese, in una smagliante arringa sostenne che se pure gli imputati fossero stati rei dei fatti a loro attribuiti certamente questi non costituivano reato, giacché in Italia, fino ad un anno fa, si consentiva che gli inni socialisti si cantassero ovunque in barba alle autorità ed in questo ultimo periodo di tempo, almeno per quanto egli sapesse, è cambiato il governo, ma non la legge. Il giudice, accettando la tesi, condannò gli imputati a 12 giorni di arresto col beneficio della condizionale. Oltre ad avere interposto appello, i condannati hanno chiesto alla sezione combattenti un’inchiesta al riguardo.

Il Consiglio direttivo ha nominato il cav. avv. Alfredo Vistocco, il prof. Gino D’Urso, Alfonso Grimaldi, Giuseppe Napoli ad espletarla. Informeremo i lettori del risultato. (T)

 

 

Un tentativo di pacificazione.

 

1924, agosto 21. Da S. Agata Irpina.

A proposito di processo. Riunitisi sotto la presidenza del dott. Francesco Barbarisi  numerosi cittadini hanno votato il seguente ordine del giorno: I sottoscritti cittadini e combattenti di S. Agata Irpina, riunitisi il giorno 18 agosto 1924 allo scopo di esaminare l’agitazione sempre permanente nel comune di S. Agata. Considerato che avverso ottimi cittadini, rei di fronte ai nuovi ricostruttori di avere una vita tutta di rettitudine e di serbare fede a idee e principi che liberamente prescelti hanno servito e servono con fedeltà, si acuisce ed intensifica una lotta subdola, acre, velenosa. Considerato che la grande maggioranza del paese non ha mai tolto ai predetti la sua fiducia e stima. Considerato che simili cittadini dovranno comparire un giorno dinanzi ai magistrati per rispondere di accuse che sono tutte un ricatto. Considerato che contro gli stessi delatori pende giudizio di falsità in atti pubblici continuata con grave danno della finanza comunale, giusto mandato di comparizione del Pretore di Montoro del 25 febbraio 1924 contro i sig. dott. Vincenzo De Maio, ufficiale sanitario, Biagio D’Urso, pro sindaco, ecc. ecc. Fanno voti. La Magistratura, superiore agli interessi di parte, istituzione che è garanzia di onestà e probità garante dell’applicazione della legge per tutti e sopra tutti, dia sollecita esecuzione al processo in parola al fine di punire se del caso, coloro che ingiustamente oggi si elevano a giudici delle azioni altrui.

Riservandosi d’illustrare l’opinione pubblica a mezzo della stampa come e perché il 13 agosto e il 3 settembre 1920 gli interessi cittadini vennero vulnerati (Seguono le firme)

L’ordine del giorno su riportato votato da giovani combattenti ispirato da principi di onesta giustizia, varrà certamente a scuotere chi si è dimenticato di compiere il proprio dovere.

 

Questa notizia sottolinea come una volta preso il potere i fascisti tentarono di pacificare gli animi. Francesco Barbarisi, ex socialista  e segretario del partito fascista (ora viene chiamato dottore), riconosce nel proclama ai suoi ex colleghi socialisti l’onestà di perseverare nelle proprie idee. Chiede che si esplichino presto i due giudizi pendenti che contribuiscono a rendere poco sereno la convivenza nel piccolo paese.

 

In questo episodio ci sono meno contrasti.

 

1924, ottobre 30. Da S. Agata Irpina. 

Salme di eroi. Venerdì 24 ottobre giunse la salma dell’eroico fante Pasquale Caiafa, morto in un ospedale da campo in seguito a malattia contratta in trincea il 16 novembre 1917. La salma dalla chiesa del Carmine alla ferrovia, ove era stata momentaneamente deposta, lunedì 27 corrente fu trasportata alla monumentale chiesa di S. Domenico in Solofra con l’intervento del Consiglio direttivo della Sezione dei Combattenti di numerosi soci e del direttore del Tempio rev. D’Alessio. I funerali solenni si svolgeranno domenica 9 novembre. La sezione combattenti alla quale era stato passato l’incarico delle onoranze sta facendo del suo meglio perché esse riescano imponenti. Inviti sono stati diramati a tutte le autorità e Associazioni e prossimamente saranno affissi dei manifesti col programma. A nome dei combattenti e del popolo di S. Agata inviamo un commosso saluto alla famiglia dell’eroe (T).

 

1924. novembre 6. Da S. Agata Irpina.

Festa della Vittoria. Il Consiglio direttivo della sezione Combattenti di Solofra-S. Agata Irpina nella sua ultima tornata stabilì che la festa della Vittoria fosse abbinata alle solenni onoranze che si terranno alla salma dell’eroe Pasquale Caiafa domenica 9 novembre e ciò anche perché il giorno 4 la Sezione si recherà nel Capoluogo della Provincia per prendere parte al corteo promosso dall’ F. P.  Intanto ecco il programma ed il manifesto lanciato dalla sezione dell’Associazione:

Combattenti, concittadini! “La festa della vittoria, torna come uno squillo di tromba argentea, clamante nei cieli della Patria; sembra essa la data di un mistico rito fissato perché gli eroi, dall’Alpe al mar di Sicilia, si radunino a sciogliere sacrifici propiziatori su per le vie e le piazze gloriose, ove un giorno “La libertà dei padri arte fiorì”.

Festa di ricordi, di sacrifici, di promesse, in cui i reduci della trincea si ritrovano, si riabbracciano, fraternizzano accumulandosi nei palpiti, nelle libere aspirazioni.

Uniti in tali palpiti, noi chiamiamo ogni anno, i ritornati ad unirsi per elevare un inno alla Patria per cantare ancora coloro che, virgulti vergini, in una dedizione completa s’immolarono nulla chiedendo, puri di cuori, aneliti sublimi di un’idea santa.

Ed i resti mortali di uno di essi Pasquale Caiafa di Antonio tornati fra noi domenica accompagneremo al riposo della terra natia. E con l’apoteosi di un simbolo di nostra grandezza, con la commemorazione della fatidica data della nostra vittoria uniremo altresì alla cerimonia commovente e gentile, alle madri dei non tornati noi consegneremo l’attestato di distinzione loro assegnato dalla patria.

A tale cerimonia invitiamo le autorità, i sodalizi, i cittadini tutti, al fine di unirsi a noi e dimostrare la riconoscenza che ognuno deve a color che si immolarono per la grandezza della patria, per color madri superbe sì, ma doloranti rappresentano un perenne olocausto. Programma. Ore 9 Solenne Messa di requiem nella Monumentale chiesa di S. Domenico. Ore 9,45 discorso del cav. avv. Alfredo Vistocco grande invalido di guerra presidente della sezione. Ore 10. Premiazione Madri caduti. Ore 10,15. Corteo. Ordine del corteo: Concento musicale , Asilo infantile Garzilli, Scuole di Solofra. Scuole di S. agata. Confraternite. Corone. Clero. Salma fiancheggiata da reparto di truppa. Famiglia. Madri caduti. Rappresentanza militare. Autorità. Municipio di Solofra. Municipio di S. Agata Irpina. Concerto musicale. Fascio di Solofra. Fascio di S. Agata. Circoli. Società centrale. Società conciapelli. Società contadini. Società calzolai. Associazione combattenti. Itinerario: Piazza S. Domenico. Via Umberto I. Piazza S. Michele. Piazza S. Giuliano. S. Agata Irpina. Cimitero.

N. B. La direzione del corteo e della cerimonia è affidata al Vice presidente dell’associazione dott. Candido Schirillo, che avrà alla sua dipendenza gli ispettori Del Vacchio Nicola e Gioiella Giovanni.

 

Considerare come la sezione Combattenti di Solofra è unita a quella di S. Agata. Ciò prepara l’unione dei due Comuni.

 

I contrasti non finiscono.

 

1924, novembre 29. Da S. Agata Irpina.

Al Prefetto di Avellino. Abbiamo l’onore di chiedere all’illustre Capo della provincia, nonché rappresentante del governo nazionale, l’applicazione dell’art. 106 del Regolamento per la legge comunale e provinciale: Il sig. dott. De Maio Vincenzo fu Costantino, medico condotto ad interim di questo comune, con citazione diretta del 20 ottobre u. s. dell’Ill. sig. Procuratore del re, venne rinviato a giudizio del Tribunale di Avellino, imputato di falsità continuata in atti pubblici (articoli 278, 281 c. p.) e propriamente “per aver fatto uso e profitto di due deliberazioni che sapeva false” da cui gli derivò un utile non indifferente! Chiediamo inoltre all’illustre Capo della Provincia, non che rappresentante del governo nazionale di conoscere se egli è lieto di avere il prelodato individuo a suo Commissario di questa Congrega di Carità e nell’Associazione religiosa dell’Immacolata.

 

 

I processi.

 

1924, giugno 17. Napoli . Dal “Roma”.

Solofra 27. Il 23 u. s. avrebbe dovuto aver luogo un processo più o meno clamoroso innanzi al Tribunale di Avellino. Gli imputati sono gli ex amministratori del Comune della finitima S. Agata Irpina. Essi non vollero dimettersi, nonostante le ripetute inchieste prefettizie e restarono al loro posto fino al gennaio scorso, epoca in cui l’Amministrazione comunale venne sciolta e si addivenne così alla nomina del Regio Commissario.

 

 

1924, novembre.

Assoluzione degli ex amministratori. Lunedì 24 andante, innanzi al Tribunale di Avellino, si è discussa la causa a carico dell’ex sindaco di questo Comune Famiglietti Angelo e degli ex assessori Masi Donato e Barbarisi Francesco, i quali strenuamente difesi dall’Avv. On. Amatucci e Genovese, sono stati assolti per “inesistenza di reato”. Produsse enorme impressione nel folto pubblico che gremiva l’aula un certificato della R. Procura da cui risultava che il Commissario prefettizio di questo comune cav. Ernesto De Maio, fu denunziato a suo tempo per “violenza privata “ contro l’ex sindaco Famiglietti, il cui processo è in corso di istruzione. Non meno impressione produsse la lettura del certificato di rito del Famiglietti (rilasciato dal Commissario Ernesto De Maio) da cui risultava essere costui di “condotta, carattere e proclività: cattiva”. Per questi motivi i difensori furono incaricati di presentare alla regia Procura formale querela con ampia facoltà di prova contro il rappresentante del Prefetto Commissario prefettizio Ernesto De Maio. (T).

 

Da considerare che tutte le persone coinvolte in questo processo furono protagonisti delle lotte socialiste del 1903 e del 1920.

 

 

1924, novembre 20. Da S. Agata Irpina. 

Scandalo… nel carro del trionfo. Non meno di quattro cavalieri della Corona d’Italia, un cittadino… doppiamente Commissario, un segretario Comunale e tre altri poveri illusi, facenti parte della stravecchia baracca Comunale e recentemente accodati al “Carro del trionfo”, con citazione diretta del procuratore del RE sono stati inviati a giudizio del Tribunale di Avellino per rispondere di un gravissimo reato commesso con l’aggravante della continuazione nella qualità di pubblici ufficiali da essi rivestita per … tacita conduzione. E prima che non sia coordinata un’azione di tutti i rappresentanti della Stampa a cui sono state diramate delle memorie stampate, ci asteniamo dal riprodurre la storia dei tristi fatti. (T).

 

Da considerare in questo sibillino articolo l’accenno alla stampa già controllata.

 

L’emigrazione solofrana alla fine del biennio rosso fu una risposta alle vessazioni fasciste.

 

1924, novembre 25 Da Solofra.

I lavoratori solofrani d’America per Vincenzo Napoli. Lo scorso anno il fascismo anche qui si sbrigliò a suo comodo e scimmiottando il movimento dell’Italia settentrionale si scagliò contro l’elemento operaio, che solo da poco organizzato era reo di aver raggiunto, attraverso l’opera assidua attiva e intelligente dell’organizzatore Vincenzo Napoli, un certo miglioramento economico. La classe operaia però ebbe in quel periodo un moto di fierezza e di indipendenza: piuttosto la fame che subire le umiliazioni più stupide e più moleste ed a gruppi partì per le Americhe. Oltre 500 operai da quel periodo si sono allontanati ed altri li seguono ancora oggi portando così ad opera dei signori ricostruttori un vero disquilibrio nella vita di questa cittadina, disquilibrio che si è ripercorso in special modo sul piccolo commercio, su tutta la classe degli artigiani, che vive del lavoro dei pellettieri. Già altra volta vi scrissi che oltre agli operai le persecuzioni più balorde furono rivolte al loro organizzatore Vincenzo Napoli, persecuzioni completate con il sottoporre il Napoli a procedimenti civili e penali tuttora in istruzione. Noi siamo sicuri che la figura del Napoli, figura di gentiluomo, con una vita di rettitudine che può essere di esempio a molti, uscirà ancora più luminosa dai precedenti intentati da uomini che nella vita cittadina hanno intentati metodi niente lodevoli. Intanto quei lavoratori partiti per l’America non hanno dimenticato il loro capo, ed essendo venuti a conoscenza del processo, anzi dei processi, pendenti a carico del sig. Vincenzo Napoli hanno richiesto di sostenere le spese per la difesa e proprio in questi giorni gli emigrati del Repubblica Argentina hanno fatto giungere le prime somme abbastanza rilevanti ed altre ne giungeranno fra breve mentre sono preannunziate altre sottoscrizioni per lo stesso scopo dall’America del nord. Tale atto, che mostra quale anima nuova il Napoli ha saputo dare ai suoi lavoratori e di quanta stima egli è circondato, è l’oggetto dei più simpatici commenti in questa città, non solo, a molti che stimano potersi conquistare le masse solo con le persecuzioni. Ennio Ronchi.

 

Gli emigranti solofrani in Argentina aiutano Vincenzo Napoli sottoposto a molti processi prima di essere assorbito nel fascismo.

 

Sotto processo i vecchi e i nuovi amministratori.

 

1924. dicembre 6. Da S. Agata Irpina.

…Ultime creazioni!. La ditta De Maio-D’Urso e C. con le sue produzioni riesce sempre più ad imporsi al pubblico rispetto ed a noi naturalmente incombe l’obbligo di incoraggiare una simile azienda nell’interesse esclusivo della produttività. Una lagnanza però dobbiamo farci ed è quella che l’ufficio stampa (in vero sfornito di gerente) non ci passa le notizie direttamente ed a noi tocca far la scorta al cav. De Maio Sabino per appurare qualche notizia. Difatti proprio ieri ci faceva sapere come un altro processo per falsità in mandati si sta imbastendo contro di noi, naturalmente, sulla fucina della ditta, e, forse, con lo stesso metodo di fare prima scomparire le pezze giustificative della spesa. Una sola cosa vogliamo dire: chi è stato condannato per falso giuramento; chi è stato rinviato a giudizio per concessione fraudolenta; chi è stato dichiarato responsabile per gravi danni arrecati al Comune quando l’ha amministrato, danni già risarciti, chi insomma ha rinnegato i genitori financo dopo la morte, ha semplicemente il dovere di tacere. Codesti simili processi hanno l’unico evidente scopo di dar fastidio alla giustizia soltanto, perché noi abbiamo dato e seguiremo a dare prove di onestà di rettitudine e soprattutto di assoluta superiorità intellettuale: i nostri avversari dunque sono destinati fatalmente a soccombere.

 

Questo articolo parla dei rappresentanti della nuova amministrazione.

 

 

Da S. Agata. Azione popolare. Alla on. Giunta Provinciale amministrativa di Avellino è stato spedito quanto segue:

“Gli ex amministratori del Comune di S. Agata Irpina, facenti capo al sig. De Maio Sabino, si sono resi colpevoli di gravissimi fatti, durante l’esercizio delle loro funzioni e precisamente: Sabino De Maio fu Girolamo per reato contro l’amministrazione pubblica; avv. Biagio De Maio fu Matteo, cav. De Maio Michele fu Giuseppe, Biagio D’Urso fu Biagio, Nicola De Maio fu Prisco, Trerotola Nicola fu Nunziante, Maffei Gabriele per falsità continuata in atti pubblici (art. 275, 79 C.P.) allo scopo di favorire privati interessi; il dott. De Maio Vincenzo fu Costantino per aver fatto uso e profitto di deliberazioni che sapeva false (artt. 278, 281 C.P). Tutti per le loro azioni delittuose, con citazione diretta del P. M. del 20-10-1924 (processo n. 246) sono stati rinviati a giudizio del Tribunale di Avellino.

Fra gli imputai vi è il sig. De Maio Biagio fu Matteo, fratello dell’attuale Commissario prefettizio De Maio Ernesto. Orbene reggendo le sorti del comune un prossimo congiunto di uno degli imputati, il Comune stesso, per la logica conseguenza, non è in grado di far valere i propri i interessi contro chi disamministrando gli ha arrecato del danno e nella lontana ipotesi che volesse intervenire in giudizio il suo intervento sarebbe fittizio ed inefficace con l’aggravante delle spese con cui il Comune stesso sarebbe obbligato a sottostare. Si impone quindi nell’esclusivo interesse civico, l’esperimento dell’azione popolare, ai sensi dell’art. 225 della legge comunale e provinciale (n. 148 del 4-2-1915, modificato dal R.D.L. n. 2839 del 30-12-923, art. 69) e conseguentemente i sottoscritti contribuenti del Comune di S. Agata Irpina fanno istanza a codesta on. G.P.A. perché vengano autorizzati a costituirsi parte civile contro gli imputati. Fanno presente inoltre che l’attuale Commissario prefettizio per le condizioni suaccennate è inconfutabile a dare il parere previsto dal secondo capoverso del citato articolo. (Seguono le firme). (T)

Qui si parla del processo contro gli Amministratori fascisti.

 

Il processo contro gli amministratori socialisti di S. Agata Irpina e la loro assoluzione completa.

 

1925, novembre 23. Da “Il Mezzogiorno”.

Il processo Famiglietti rinviato. Avellino 27 il grave processo per peculato e falso in atti pubblici contro l’ex sindaco Famiglietti, l’insegnate sac. Francesco D’Urso ed altri, che doveva discutersi il 26 corrente davanti al Tribunale di Avellino ha dovuto subire un breve rinvio solamente per inderogabili impegni politici dell’on prof. De Marsico difensore del Comune costituitosi parte civile. Possiamo smentire pertanto le voci messe in giro da gente in malafede di accordi più o meno leciti. Il Comune manterrà la costituzione di p.c. indistintamente contro tutti gli imputati nell’interesse della pubblica finanza e soprattutto per ragioni di moralità.

 

1926, marzo 24-25. da “Il Mezzogiorno”.

Varie da S. Agata, 21. Ieri doveva discutersi davanti alla prima sezione del Tribunale di Avellino il noto processo contro gli ex amministratori del Comune Famiglietti, sac. F. D’Urso ed altri imputati di falso in atto pubblico e peculato con l’aggravante della continuità. Il Comune, costituitosi parte civile, avrebbe dovuto essere assistito dagli avvocati comm. Giliberti e Pagliuca quest’ultimo quale procuratore dell’on prof. De Marsico assente per vari motivi. La difesa degli imputi era al gran completo. All’ultimo momento però il Comune venne a trovarsi privo anche del comm. Giliberti al quale un ignoto delinquente, non potremmo classificarlo altrimenti ha avuto cura di telegrafare il differimento, che se a lui stava a cuore della causa servendosi del nome del commissario cav. De Maio. All’inizio del dibattimento il superstite rappresentante della parte civile, avv. Pagliuca sollevò formale incidente ed esponendo la gravità della situazione creata deliberatamente per mettere in Comune nell’impossibilità di validamente sostenere le sue ragioni chiese il differimento a nuovo ruolo. Il tribunale, malgrado la strenua opposizione della difesa, accoglieva la richiesta della parte civile, rinviando la causa a nuovo ruolo. Sappiamo anche, come ebbe a dichiarare in pubblica udienza il commissario De Maio, che sarà sporta querela contro l’autore del telegramma apogrifo e vogliamo augurarci che il vile falsario possa essere scoperto ed affidato alle vigili cure della giustizia. Commenti non ne facciamo. Il fatto si commenta da sé e mostra chiaramente di quali mezzi si serva certa gente per allontanare l’amaro calice.

 

1928, luglio 17-18. Da “Il Mattino”. Solofra, 18.

La fine di un grave processo di peculati e falsi. Davanti alla prima sezione del Tribunale di Avellino, presidente il cav. Nobilione P.M. cav. Patrono ha avuto termine il grave processo contro gli amministratori del soppresso Comune di S. Agata Irpina aggregato a quello di Solofra. I fatti risalivano al 1922. Il processo è durato con tre rinvii e istruttoria, la bellezza di sei lunghi anni. Si trattava di peculati e di falsi in atti pubblici attribuiti ad una schiera di giovani che erano passati, per i seggi dell’Amministrazione, scalzando amministratori che da decenni e per lunga tradizione atavica avevano detenuto il potere e provocando le loro ire, le loro vendette, le loro persecuzioni politiche, amministrative e giudiziarie. Gli imputati erano: l’ex sindaco Angelo Famiglietti, gli ex consiglieri Visone, Barbarisi, De Maio Nunziante, Gagliardi Nicola, Gagliardi Eugenio, Masi, De Stefano Domenico, l’ex direttore didattico prof. F. D’Urso, che aveva avuto il torto di far istituire due nuove scuole nel minuscolo comunello. L’accusa  privata era affidata al comm. Giliberti e all’on. De Marsico ma nelle ultime udienze è stata sostenuta strenuamente al solo on. De Marsico, il quale come già aveva fatto il comm. Giliberti ha ritirato l’accusa contro il D’Urso. La difesa è stata sostenuta dagli avv. on. Rubilli, on. Amatucci, prof. De Stefano, Genovese e Sara. Tutti gli imputati sono stati assolti per non aver commesso i fatti.

 

1928, Luglio 21. Da “Roma”.

La fine di un lungo e clamoroso processo. Dinanzi alla terza sezione del Tribunale di Avellino, presieduta dall’ill. sig. Giudice Nobilione Nicola, assistito dai Giudici Della […] e Clemente, nonché dal P.M. cav. Patrono si è svolto l’ultimo e decisivo dibattimento di un importante processo che da ben 6 anni ha sconvolto ed agitato gli animi di Solofra e dell’ex comune di S. Agata Irpina sia per l’importanza che vi avevano dato gli accusatori sia per il numero e la personalità degli accusati. Non poche volte la stampa si è occupata di questo processo, ma i resoconti sono stati sempre ispirati a spirito di partigianeria e di consorteria locale. Ricordiamo brevemente le origini e le circostanze. L’ex comune di S. Agata Irpina, un paesello di circa 700 abitanti a una distanza di poco più di due chilometri da Solofra per quanto sia un comune microscopico della nostra provincia sino ad ieri, è stato sempre da tempo immemorabile uno dei focolari più bellicosi per i duelli politici. Ma la vittoria dell’Italia nell’ultima grande guerra con la sconfitta del secolare nemico e dei vecchi dominatori da una parte, l’aurora radiosa di nuovi ideali verso più alti destini da un’altra: come nei grandi centri così nei più piccoli comunelli suscitarono un’irresistibile corrente di radicali e profondi cambiamenti nelle coscienze per cui era inevitabile il contrasto ed il cozzo decisivo. E l’urto […] avvenne con le elezioni amministrative del 1920 nelle quali un partito giovanile, democratico, capeggiato dal sindaco Famiglietti Angelo Antonio per la prima ed unica volta riportò una vittoria sulla vecchia compagine aristocratica, gli odi si accesero da una parte e dall’altra guardavansi in cagnesco. Nel 1923 con l’avvento del fascismo i due belligeranti cercando ognuno per proprio conto di consolidare le proprie vacillanti difese su solide basi si affrettarono a creare sezioni fasciste. Il segretario federale di Avellino in persona del dotto Carfè per necessità dovette intervenire sollecitamente e senza indugio con mezzi molto sbrigativi di salomonica memoria, disciolse le due sezioni. Anche il prefetto di quel tempo dovette prendere a cuore la spinosa questione inviando sul luogo per un’inchiesta amministrativa il Consigliere di Prefettura sig. Petruccelli che ebbe la mala accortezza di […] fuochi artificiali […] dalle influenze di facoltosi feudatari spodestati, scioglimento del Consiglio comunale. Inchieste su inchieste, imputazioni di peculato e falso in atti pubblici contro ben 11 persone: Famiglietti Angelo Antonio ex sindaco, Barbarisi Francesco ex […], Barra Federico e Grimaldi Bartolomeo, segretari entrambi deceduti nelle more del giudizio, prof. D’Urso can. Francesco, direttore Didattico, Nicola ed Eugenio Gagliardi e De Maio Nunziante esattori del dazio […].

 

1928, luglio 28.

Dinanzi alla seconda sezione del Tribunale di Avellino si è svolto l’ultimo e decisivo dibattimento di un importante processo che da ben 6 anni ha sconvolto ed agitato gli animi di Solofra e dell’ex Comune di S. Agata Irpina. L’ex Comune di S. Agata per quanto sia stato un Comune microscopico è stato sempre da tempo immemorabile, uno dei focolari più bellicosi per i duelli politici. Nelle lunghissime more del grave processo non pochi episodi piccanti sono occorsi. Quanto disagio morale ed economico abbia apportato ai cittadini ed all’erario di Solofra questo banale capriccio di pochi dissennati non è a dire se si consideri la durata del tempo di sei anni; i testimoni in numero di 33; gli imputati in numero 11; e che la parte civile rappresentata dall’ex podestà De Maio per ben tre volte ha dovuto (de proprio) pagare le spese di rinvio. E gli avvocati?! Epilogo esopiano: dopo una veemente serata arringa dell’on De Marsico, strenuo sostenitore degli interessi dell’ex Comune e rappresentata della P.C. i difensori degli imputati: on. Rubilli, Amatucci, De Stefano, Genovese, Sara con arringhe briose, acute, smantellarono e distrussero tutte le accuse e le incriminazioni. Ed il Tribunale assolse tutti gli imputati “per non aver commesso i reati”. L’eco della giusta e meritata assoluzione ha destato grande gioia nell’intera cittadinanza (Caprio).

 

 

 

Con decreto del 1927 fu soppresso il Comune di S. Agata Irpina.

 

1927, ottobre, 15. Da Solofra.

Per la più grande Solofra. Un articolo apparso giorni fa sul “Corriere d’Italia” ci meraviglia non poco. Tanto per essere precisi e chiari ci teniamo a dichiarare che gli abitanti delle frazioni Campopiano, Fornaci, Casate e Casacaruso, appartenenti al soppresso Comune di S. Agata Irpina sono esaltati per il saggio provvedimento del Duce magnifico, con cui il comunello non ancora pacificato delle beghe locali viene aggregato alla industre Solofra. È falso poi che la frazione di S. Agata di Solofra sia stata trascurata dal benemerito podestà cav. Graziani. I copiosi vantaggi di cui godono i cittadini di Solofra saranno estesi anche agli abitanti di S. Agata Irpina, priva ora di luce, di comode strade, di ospedale, di asilo infantile, ecc. Quei bravi villici a dispetto delle false dicerie saranno accolti fraternamente dall’intera cittadinanza e non avranno punto a temere, né angherie, né soprusi.

 

 

 

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