Chiese solofrane

 

Santa Maria del Carmine

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É al rione Toro soprano sul lato occidentale della piazza della ferrovia.

La chiesa fu voluta alla fine del XVI secolo con disposizione testamentaria da Giovan Battista Maffei che vi istituì un Monte a beneficio della famiglia. Appartenente a questa importante famiglia locale impiantata anche a Napoli e dominante nel casale, fu costruita nel tra il 1608 e il 1611 poco discosta dall’abitazione gentilizia della famiglia. Fu consacrata nel 1613.

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1608. Viene stilato l’atto di costituzione del jus di patronato della famiglia Maffei, intitolata a S. Maria del Carmine.

1656. Dalla visita pastorale del maggio il visitatore denunzia che nell’atrio della chiesetta si gioca quotidie, con grave indignazione della popolazione. Si proibisce sub pena di giocare e si fa obbligo ai maestri della chiesa di affliggere una copia del decreto ad valvas ecclesiae perché tutti ne abbiano conoscenza (ADS, VV. PP. Cart. 7. Salerno e diocesi aa. 1656-1669, fasc. 1656, in Crisci, II, p. 49).

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Subì nel 1721 un restauro importante, a seguito di vari eventi sismici, che comportò il rifacimento della facciata.

Fu ben dotata dalla famiglia che ne aveva il patronato infatti nel 1754 possedeva 7 beni immobili e diversi crediti di capitali.

Un altro restauro avvenne tra il 1881 e il 1884, come riportato sull’architrave della facciata. Parzialmente lesionata a seguito del terremoto del 1980, è stata successivamente ristrutturata e l’attuale stato di conservazione è dovuto alla manutenzione ad opera della comunità locale.

 

 

 

L’edificio è a pianta rettangolare pressoché regolare di piccole dimensioni in direzione est-ovest, con porta sul lato orientale.

Sulla facciata, semplice con piccola torretta campanaria, è distinta una cornice in stucco che racchiude la parete dove in risalto è il portale d’ingresso. Questo, in pietra locale lievemente scolpito in alto, è sovrastato da una nicchia semicircolare contenente la statua della Madonna.

 

Al centro sull’architrave è incisa la data di apertura al culto ed è scolpito lo stemma della famiglia Maffei.

Il portone d’ingresso è in legno intagliato.

 

L’interno è semplice con pilastri e paraste interrotte da due piccole finestre superiori che lo illuminano e con soffitto piano.

Le pareti sono prive di cornici e stucchi. In quella dell’altare è incassato un arco a tutto sesto che descrive un piccolo vano mentre una nicchia sopra l’altare, realizzato in marmi policromi, racchiude la statua della Santa.

Vi sono conservati pochi quadri ed una pregevole tela seicentesca di ambito guariniano, nonché epigrafi marmoree.

Alcune parti originarie della chiesa come la pavimentazione, il soffitto e il rivestimento delle pareti, sono andate perdute nei vari restauri accorsi.

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La tradizione

 

Era la sede della festa della Madonna del Carmine con luminarie, processione e fuochi d’artificio che permettevano alla gente di riunirsi nello spiazzo della piazza della ferrovia.

Di notevole interesse era la gara del Palo della cuccagna. Al centro della piazza si issava un palo alto una ventina di metri con in alto un terrazzino pieno di doni e cibo, specie un grosso prosciutto. Il palo veniva ricoperto di una sostanza molle e saponosa per renderne difficile e divertente l’arrampicata per conquistare il dono. La gente intorno sosteneva il beniamino con lazzi e grida ed accompagnava con divertimento la scivolata del malcapitato che non riusciva a giungere in cima.

 

 

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