Famiglie solofrane 

Giannattasio

 

Famiglia proveniente da Giffoni, dove esistono molti con tale cognome e con cui alcuni membri del ceppo solofrano hanno rapporti.

Nel 1442 si ha notizia di un giudice Casello che presiede agli atti della corte solofrana e nel 1493 di un notaio, Bernardo.

Nel XVI secolo il ramo principale, facente capo ad Ottaviano e al figlio Arcangelo, abita al Sorbo, dove la famiglia possiede beni estesi ai Balsami e dove, in località Campo. Cola ha una conceria ingrandita da Antonello ed Arcangelo.

Da questo ramo se ne è staccato uno, facente capo a Cosimo, che abita tra i Burrelli e il Fiume in una cortina dove c’è anche la conceria detta poteca di Santa Maria, che egli possiede tramite un legame familiare con i Papa, gestori del patrimonio della chiesa. Ha ed una bottega di arte mercantia che raccoglie i prodotti conciati.

La famiglia è imparentata con i Caropreso e i Giliberti di cui sostiene il commercio delle scarpe, di pelli e suole, ma fa parte anche dell’entourage familiare e commerciale dei Vigilante. L’attività artigianale dell'intero ceppo ruota intorno alle due concerie.

Tra i membri emergenti c’è Cola, che fa parte del gruppo che scrive gli Statuti, e Antonio, esperto nell’arte della medicina e detto dottore di Solofra; Graziano di Marcantonio, frate in S. Agostino, Nicola confratello nella chiesa di S. Croce.

 

XVII

In questo secolo si citano Arcangelo, Ottavio ed Angelo mariti di tre Vigilante (Polita, Grazia e Perna) che continuano il legame tra le due famiglie.

Si ricordano inoltre: Francesco Antonio, Lucantonio, Salvatore, Giovanni, Flavio, Nicolangelo, Giuseppe, Antonio, Tommaso di Camillo (con i figli Emilio, Nicola Cesare, Domenico, Santolo, Giovan Sabato e Giuseppe), Santoro, Salvatore (figli Catanio, Agostino Francesco, Bartolomeo e Andrea) Santillo (con i figli Gabriele, Angelo, Antonio, Martino), Giovan Sabato (con i figli Nicola Filippo e Domenico Gabriele), Francesco (con i figli Ottavio e Francesco), Giuseppe (figlio Giovan Sabato) Tommaso (figlio Francesco), Liberato (figli: Giuliano, Nicola Mattia, Sebastiano e Michele), Giulio, Vincenzo (Pietro Paolo), Giovan Domenico (figli: Giovan Matteo e Valerio), Giovan Angelo (figlio: Mario), Felice (col figlio Giovan Santo), Gaetano (Tommaso Filippo e Marco), Nicola (figli: Filippo Antonio), Giovan Vittorio (figlio: Giovan Vittorio) Arcangelo (Michele Nunziante), Giuseppe (figlio: Domenico Salvatore e Michele) Francesco (figlio: Sabato Libero) Emilio (figlio: Felice Matteo).

Giovanni Maria fu canonico della Collegiata dal 1656 al 1698.

La conceria più importante è quella di Felice Giannattasio

Monte dei Maritaggi della famiglia fondato da Antonello. 

 

XVIII

 

Nel catasto onciario del 1754 si individuano le seguenti famiglie:

 

Cupa-Toppolo-Capopiazza

Valerio (figlio di Domenico), negoziante di anni 68, sposato con Giuditta Pandolfelli (anni 56) con i figli Filippo (40 anni), Donato (negoziante di 34 anni), Giustiniana (41 anni), Michele (sacerdote di 28 anni), Nicola (42 anni), Fortunata (25 anni). In seconde nozze da Anna Guarino ha Loreto (di 14 anni, alla scuola). Vive in una casa grande con varie stanze, giardino e cortile alla Cupa. Possiede una bottega di conceria alla Cupa, un terreno ai Balsami, una selva castagnale detta lo Chiammarano, una selva detta li Laurielli. Impegna nella mercatura 100 ducati. Ha un peso a favore di Filippo Pepe di Filippo Pepe di Montoro.

Cesario (conciapelli di 61 anni), sposato con Agnese Giaquinto (50 anni), con i figli Maria (34 anni), Grazia (18 anni), Francesco (conciapelli di 23 anni), Pasquale (conciapelli di 21 anni) e Biagio (conciapelli di 15 anni, morirà nel 1809). Vive con lui la sorella Diana (50 anni). Abita in una casa propria con varie stanze cortile e giardino alla Cupa. Possiede una casa uso conceria alla Cupa-Fiume. Impegna nella sua attività 100 ducati.

Leonardo, capraio di 54 anni, sposato con Rosa Guarino (46 anni) con i figli Gennaro (10 anni morirà nel 1816) e Salvatore (8 anni). Abita in una casa propria di varie stanze soprane e sottane.

Giosafat operaio conciapelli di 40 anni, sposato con Marta De Maio (39 anni). Vivono con lui il fratello Santo (lavoratore di conceria di 28 anni) con la moglie Annamaria Fasano (28 anni) e il nipote Michele (1 anno). Vive in una casa propria con stanze inferiori e superiori. Possiede un sedile di case con cantina e giardino, una parte di conceria in località Cupa Fiume, una selva castagnale in località le Ianeste. Pesi a favore della Collegiata del sac. Rocco Vigilante e della Cappella della SS. Trinità.

Vitantonio, negoziante di 48 anni, sposato con Margherita Vigilante. Vivono con lui la madre Angela Guarino (68 anni), i fratelli Domenico (canonico della Collegiata dal 1753 al 1784 e procuratore di S. Maria delle Grazie, di 34 anni), Filippo Giacomo (negoziante di 30 anni, sposerà Serafina Rubino) e con la sorella Grazia (24 anni). Abita un appartamento di vani superiori e inferiori con giardino. Possiede una casa di 4 stanze superiori alla Cupa. Crediti a carico di Nicola Landolfi per legato. Impegna nella mercatura 500 ducati.

Antonio, negoziante di 56 anni, sposato con Lucia Grasso con i figli Giuseppe (sacerdote di 31 anni che possiede di suo patrimonio una casa di 7 stanze alla Cupa.), Rosa (15 anni), Michele Arcangelo (di 14 anni, alla scuola, sarà protomedico di Basilicata). Vive con lui il figlio Giacomo (negoziante di 31 anni), sposato con Angiola Troisi (35 anni) con i figli Pasquale (3 anni), Lucia (4 anni), Beatrice (7 mesi), lo zio Domenico (78 anni). Abita una casa propria con vani superiore e inferiori. Possiede una selva castagnale al Chiamerano, una bottega di conceria al fiume (tenuta da Cesareo e figli).

Giovan Giacomo nato nel 1721, negoziante, sposato con Angela Troisi con i figli Lucia (nato nel 1749), Pasquale (nato nel 1750) e Beatrice nel 1752. Del nucleo fa parte lo zio paterno Donato nato nel 1675. Abitazione propria alla Cupa. Possiede una selva castagnale Chiamerano, bottega di conceria al Fiume e un'altra bottega di conceria diruta.

Carminantonio, negoziante di 21 anni, con i fratelli Domenico (negoziante di 19 anni), Taddeo (novizio a scuola di 13 anni) e le sorelle Chiara (13 anni) e Celestina (15 anni). Abitazione propria al Toppolo. Possiede una selva castagnale a li Laurielli. Impegna nell'industria della mercatura 200 ducati. Pesi a favore della chiesa della Madonna del Soccorso, della Misericordia e del Monte dei Morti.

Felice di Emilio, lavoratore di conceria di 40 anni, sposato con Angela Guarino (42 anni morirà nel 1800), con i figli Eugenia (14 anni), Bernardo (10 anni, morirà nel 1791), Maddalena (8 anni), Gio Antonio (4 anni). Abitazione dello zio Donato al Toppolo.

Saverio di Emilio, viaticale di 28 anni, sposato con Francesca Maria Fasano, con i figli Angela (1752-1813), Grazia (1754-1821) e Luigi (1759-1847). Abitazione propria con soprani e sottani al Toppolo. Possiede un mulo da soma.

Niccolò di Emilio, conciapelli di 30 anni, sposato con Carmina Ronca (30 anni), con i figli Teresa (6 anni) e Antonio (2 anni). Abita una casa di suo fratello il sacerdote Pasquale che possiede un immobile di 12 stanze e giardino al Toppolo.

 

Sant'Angelo-Strada vecchia

Donato di Valerio, negoziante di 52 anni (morirà nel 1795) sposato con Angela Tura (1709-1789) con i figli Marianna (4 anni), Ignazio (mercante di 15 anni), Angela (14 anni), Giuseppe (di 9 anni, studierà legge e morirà nel 1814). Fa parte del nucleo familiare Maddalena Scalone (serva). Abita in una casa propria con giardino in Piedi S. Angelo. Possiede una casa soprana al Toppolo in cui abita Ignazio suo nipote, una selva castagnale in località Selva Piana, un terreno seminativo-arborato-vitato a li Bùssoli, una selva castagnale a lo Chiajo, una vigna ed oliveto a li Postelli. Impegna nella vendita di lana e altre mercanzie 2400 ducati.

Ignazio sposò Teresa Vertunno, divenne nel 1783 Barone acquistando la masseria di San Leonardo di S. Cipriano Picentino. Figli: Donato (morto nel 1840), Liborio (morto nel 1849).

Di questa famiglia farà parte Loreto sposato con Rosa Grimaldi il cui figlio Giuseppe fu sacerdote.

Valerio Maria (fratello di Loreto) che fu Vicario generale della cattedrale di Bari.

Andrea, bracciale di 34 anni, sposato con Giuditta Labella (35 anni) con i figli Grazia (11 anni), Felicia Maria (8 anni) e Carminantonio (3 anni, morirà nel 1830). Abitazione a pigione da Domenico Ferrandino.

Nicola, lavoratore di conceria di 17 anni con la sorella Geronima (12 anni). Abitazione propria con orto in Piedi S. Angelo. Possiede una selva castagnale a le Ianeste, altra selva a le Cortinelle di Camponici, bosco a macchia selvatica detto la Costa di S. Biase, in comune coi fratelli ha 1/3 di conceria al Toppolo.

 

Fratta

Basilio, bracciale di 41 anni, sposato con Cecilia Barbarisi (40 anni), con i figli Domenico (6 anni), Nicola (3 anni), Catania nel 1751 e Rosa (2 anni). Vive in una casa in fitto dalla Chiesa della SS. Trinità. Possiede 5 vitelli indomiti a sòccita con Francesco Papa.

Giuliano, conciapelli di 60 anni, sposato con Feliciana Corona (60 anni), col figlio Pietro conciapelli di 38 anni (sposato con Angela Ferrazzano di 40 anni) e con i nipoti Annamaria (10 anni), Michele (6 anni), Nicola (3 anni). Vive in una casa propria con orto con peso al Collegio canonicale della Collegiata.

Consolato di Domenico, bracciale di 27 anni, sposato con Agata Petrone (figlia di Desiderio di 27 anni) con i figli Taddeo (7 anni), Agostino (4 anni), Michele (2 anni). Vivono con lui i fratelli Biase (bracciale di 25 anni), Giuseppe (bracciale di 23 anni, sarà padre di Consolato) e la madre Maria Petrone. Abitazione propria alla Fratta. Lavora in una masseria a le Celentane di proprietà dei Vigilante. Possiede 3 vitelli. Pesi a favore della camera ducale.

Domenico Andrea nel 1754 e Giovan Sabato nel 1761.

 

Toro

Filippo di Domenico, bracciale di 24 anni, con i fratelli Antonio (21 anni) e Angelo (conciatore di pelli di 18 anni). Vive con lui la madre Cecilia De Maio di 56 anni. Abitazione di varie stanze.

Carmine di Domenico, sposato con Grazia Maffei con i figli Angelo Andrea (conciapelli) e, in seconde nozze con Cecilia de Maio con i figli Filippo (20 anni), Luca Matteo (15 anni), Sabato (12 anni) e Giovan Santo (11anni).

Domenico Antonio di Domenico, sposato con , e Maria Pastore nascono Marcantonio nel 1725, Consolato nel 1726, Francesco Sabato nel 1728, Blasio nel 1731 e Taddeo nel 1733.

Tommaso, bracciale di 50 anni, sposato con Carmosina Vignola (40 anni) con i figli Pasquale (9 anni), Carmine (12 anni). Abitazione propria di varie stanze. Possiede 2 vitelli.

Santillo, bracciale di 50 anni con i fratelli Michele, bracciale di 40 anni,, Giacomo, fuggiasco di 35 anni, Angiola (34 anni), Chiara (31 anni). Abitazione propria alla Fratta.

Bartolomeo, bracciale di 40 anni, sposato con Lucia Pierri (di Flaminio di anni 36) con i figli Teresa (di 18 anni, sposata con Benedetto Daniele di 20 anni), Pasquale (bracciale di 16 anni), Flaminio (12 anni), Fortunata (12 anni). Abitazione propria. Possiede un vitello indomito a soccida.

 

Volpi

Michele, lavoratore calzolaio di 17 anni, col fratello Nicola, lavoratore calzolaio di 15 anni, con la madre Elena Ferrandino di 40 anni. Abitazione con vari sottani ai Volpi.

Valentino, bracciale di 40 anni, sposato con Angiola Caracciolo (28 anni), con i figli Pasquale (8 anni), Vitoantonio (6 anni), Mariangiola (1 anno). Abitazione propria in comune con Grazia Petrone ai Volpi.

 

Balsami

Filippo, conciatore di 59 anni col figlio Niccolò di 31anni. Abitazione propria di 6 stanze. Impegna nella sua industruia 25 ducati.

 

Forna

Gaetano, lavoratore di conceria di 34 anni, sposato con Maria Pandolfelli (35 anni), abita una casa dotale della moglie con loggia.

 

Caposolofra

Nunziante, battargento di 54 anni, sposato con Angela Guarino (54 anni) con i figli Francesco (battargento di 21 anni), Pasquale (lavoratore di spezieria manuale di 15 anni), Lorenza (15 anni) e Agata (6 anni). Vive in una casa propria di 6 stanze con giardino. Possiede una bottega di 4 stanze. Un peso a favore della famiglia Landolfi.

Michele, maestro sartorio di 40 anni, vive col fratello Giovanni Maria, soldato ai regi Tribunali (20 anni). Abita un divisorio di molte stanze con gradiata e cortile.

 

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Figlio di Donato ed Angela Garzilli nacque il 20 ottobre del 1759: 

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Felice Giannattasio

(1759-1849)

Sacerdote, filosofo e matematico

 

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Si ricordano:

Gaetano (1777-1842), nacque da Loreto e da Maria Rosa Grimaldi, amante degli studi divenne esperto di Diritto amministrativo e Canonico. Fu allievo del Maffei, divenne esperto di Diritto amministrativo nella ricerca di uno strumento per coloro che devono governare, tanto che i napoleonici lo vollero tra i loro collaboratori nella compilazione delle Leggi Amministrative del Regno di Napoli. Ebbe molte cariche nella Napoli del suo tempo e meritò diversi riconoscimenti.

 

Francesco, letterato, affrontò il problema della riforma del "lusso" del secolo in un memoriale inviato a Calo III, in cui si avverte il bisogno di cambiamento di taluni comportamenti sentiti nella loro sproporzione: Memoriale a Sua Maestà intorno alla riforma dello Stato del lusso del presente secolo, di cui è supplicata la S. M.

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L'attività conciaria di questo ceppo

 

·          Bottega dei fratelli Nicola e Giosafath Giannattasio

sita al Toppolo.

·         Bottega di Antonio Giannattasio (per le attività di conceria di Cesare Giannattasio e figli)

sita al Fiume.

·         Bottega di Valerio Giannattasio

sita alla Cupa.

·         Bottega di coiraria del Monte della Fam. Giannattasio

per l’attività di Liberato Russo

 

XIX

Si ricordano:

Il notaio Francesco.

Il Barone Gennaro: fece parte della Commissione nominata dal Consiglio Comunale che stabilì di rifare il pavimento della Collegiata.

Il canonico della Collegiata ed insegnante Vitoantonio: fece parte del Comitato che si adoperò per il ritorno dei Cappuccini a Solofra ottenuto nel 1830

Il sacerdote Liborio dei Baroni Giannattasio: fu rettore della chiesa della Consolazione, scrisse Il santuario di Maria Santissima della Consolazione, nella città di Solofra. Brevi cenni (Napoli, Testa, 1870). Fu canonico del Capitolo Cattedrale di Salerno, Segretario delle Sante visite e Cancellerie vescovili, giudicato dal Crisci "esperto e competente" e "fugura luminosa". Per la sua capacità oratoria fu designato nel 1871 a pronunciare l'elogio funebre dell'Arcivescovo di Salerno mons. Antonio Salomone nella chiesa di S. Michele dell'Arciconfraternita dei 77 sacerdoti in Napoli.

Raffaele, Vicario generale delle diocesi di Potenza e Marsico, di Melfi Giovinazzo e Terlizzi e di Castellammare. Fu insignito del titolo di Cameriere segreto extra urbem e fu Protonotario apostolico. Uomo di vasta cultura soprattutto nella letteratura latina, ebbe ampi rapporti col mondo culturale. Morì nel 1879

Valerio era assessore nel 1887 quando fu stabilita la demolizione della chiesa di S. Agostino e il trasferimento della sede del Comune nell'edificio del Convento.

La Badessa Maria Luisa stampa la Bolla del Cardinale Ranuccio Farnese che nel 1561 autorizza la fondazione del Monastero dell'ordine di Santa Chiara accosto alla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

 

L'attività conciaria di questo ceppo:

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Conceria di Pasquale Antonio Giannattasio (1842).

Ditta Francesco Giannattasio (fine XIX secolo).

Ditta Felice Giannattasio (1901).

 

 

 

 

 

Un artista contemporaneo

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Antonio Giannattasio

 

 

 

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