Giovanni Camillo

seconda metà del XVI secolo 

figlio di Antonio

Filosofo, medico e scienziato aristotelico

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Ritratto di Giovan Camillo Maffei dalla edizione del 1564 della Scala Naturale, opera dedicata a Giovanni di Capua, conte di Altavilla.

"Avendomi più volte V. S. illustrissima scoverto il gran disiderio che tiene di sapere le cose del mondo, e dato quasi particolar peso di procacciar il modo, come havria potuto ciò facilmente farsi; m’impresse nel core un tal pensiero, che stando io (si come suole avvenire a’ pensosi) quasi tutto lontano da me stesso; mi parve (non so se dormendo fosse, o pur vagheggiando) che co’l mezo della presente Scala di grado in grado molti dubbii dichiarando insiememente in ciel formondonsi".

 

Scrisse Scala naturale, overo Fantasia dolcissima che ebbe ben quattro edizioni a Venezia (1563, 1584, 1600, 1607) che testimoniano la diffusione del trattato negli ambienti della scuola aristotelica padovana. L’ultima edizione fu sempre a Venezia del 1781.

L’opera è un compendio delle parti del mondo descritte seguendo Aristotele. L’autore espone il sistema cosmico secondo principi del filosofo di Stagira. Tratta delle comete, delle meteore, dei noti dei corpi celesti, allargando le sue osservazioni a tutti gli ambiti dalla meteorologia alla botanica, dalla zoologia all’alchimia.

 

È trattato ampiamente il mondo della natura come quando esamina la natura dei pesci del Mar Rosso, la virtù dell’acqua,

le caratteristiche della neve e della grandine.

 

La sua opera si qualifica di alto interesse alchemico infatti tratta tutti i fenomeni occulti della natura

 

Essa è in rapporto con lo sviluppo dell’alchimia rinascimentale specie nella Firenze - Cosimo dei Medici che fece tradurre e diffondere il Corpus Alchemico di Ermete Trimegisto - con cui Solofra fu in contatto.

Il Maffei sentì l’influsso di questa atmosfera toscana dove avveniva l’integrazione tra la cultura antica con la emergente capacità produttiva artigianale fiorentina che in tono minore era anche quella solofrana.

La fusione dei metalli per il battiloro e il battargento solofrano, la preparazione e fissazione dei coloranti per le pelli, la preparazione dei medicinali nelle numerose spezerie locali tutto spingeva a creare una atmosfera favorevole allo sviluppo di un ampio interesse per l’alchimia.

"Essa in quel periodo era vista come una cultura globale adatta a salvare il mondo perfezionandone la sua natura ivi compresa quella umana con una finalità non limitata alla salvezza umana come invece richiedeva la tradizionale alchimia di indole mistica".

 

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Fu medico e musico

Rinnovò la pratica medica con l’uso della musica che conobbe e praticò.

Nello stesso tempo introdusse le sue conoscenze anatomiche nel campo della tecnica vocale. Intuì che il canto non era innato ma si poteva imparare e perfezionare col coordinamento respiratorio, fonatorio ed articolatorio.

Dice sull’uso delle vocali nel canto:

lo, u porta uno spaventevole tuono all’orecchia […]

lo, i, portando co ’l passaggio, rappresenta un animaletto che vada lagnando […].

L’altre vocali rimangono, si ponno senza scrupolo portare,

pure fando tra loro una comparatione, dico che l’o è la migliore, percioche con essa si rende la voce più tonda

 

Con lui si cominciò ad affrontare il problema della tecnica del canto.

Nel XVI secolo questo argomento trovò pratica applicazione ed interesse da parte di medici e scienziati.

Su questo argomento scrisse una lettera sulla musica pubblicata insieme ad altri scritti nell’opera Delle lettere di G. Camillo Maffei da Solofra. Libri due. Dove tra gli altri bellissimi pensieri di Filosofia e di Medicina vi è un discorso della voce e del modo d’apparare di cantar di Gargantua, senza maestro non più veduto n’istam pato, Napoli, Raymundo, 1562. La lettera poi è stata ristampata in M. Bridgman, G. Camillo Maffei e sa lettre sur le chant nella rivista "Revue de Musicologie", v. 37. 1956, pp. 3-34.

Il suo tempo:

Il medico Girolamo Mercuriali (1530-1606) suo contemporaneo studiò i comportamenti della voce e del fiato durante il parlare.

Leonardo da Vinci, morto nel 1519, aveva descritto la fonetica.

Il medico Andrea Vesalio aveva pubblicato nel 1543 un trattato sul corpo umano.

 

Parlano di questo aspetto di Camillo Maffei:

M. Valenti, Caratteri della tecnica vocale in Italia dalla lettera sul canto di Camillo Maffei al trattato di Manuel Garcia, in Atti del Convegno europeo sul Canto Corale, Gorizia 29-30 ottobre 1984, Gorizia, 1984;

A. Nigro, Considerazioni sulla tecnica del canto italiano dal secolo XVI ai giorni nostri,

G. Montanari, La didattica del canto: Camillo Maffei, in "415", 1933, n. 8;

M. Uberti, Un esperimento di didattica musicale: il corso di pre-canto al Conservatorio di Parma in "beQuadro", 6(1986), 23.

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Dice di lui Antonio Giliberti nel Pantheon Solophranum (Abellini, 1886): "Da colà Maffei Camillo / Appare dignitoso. Opra lasciava / Di non comune celebrità, cui nome / Imporre piacque:Di Natura Arcani’ / Di tipi degna, e commendate assai".

 

 

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