Santa Dorotea a Solofra

 

 

Urna con le reliquie di Santa Dorotea nella Collegiata di San Michele Arcangelo

 

Il reliquiario conserva il teschio e diverse ossa della martire

 

 

 

 

 

Un dono di Filippo Bernuardo Orsini per pacificarsi con la popolazione dopo i forti contrasti col padre Domenico

 

 

Leggi la lotta condotta dalla comunità solofrana contro il  feudatario e guidata da

 Giovanni Sabato Iuliani

 

 

 

Dorotea

Santa della Cappadocia visse nel IV secolo, morì a Cesarea durante le persecuzioni di Diocleziano. Perseguitata dal preside Sapricio e decapitata, è protettrice dei fiorai e dei giardinieri.

Si racconta che andando al patibolo incontrò un pagano, Teofilo, che la provocò dicendole di volere “rose e mele”, colte dal giardino di Cristo a cui la giovane rispose che lo avrebbe fatto. Mentre stava pregando prima di morire le apparve un bambino con in un cesto rose e mele. Dorotea gli disse di portarle a Teofilo che si convertì subendo il martirio.

L’immagine della santa è ritratta con tralci di fiori . 

 

 

 

Gli Orsini a Solofra

 

 

 

Una santa molto venerata nella famiglia Orsini. Ne portò il nome la figlia di Flaminio, moglie di Pietro Orsini e balia di Ferdinando.

 

Dorotea Orsini feudataria di Solofra

 

 

 

 

 

Dorotea Orsini ritratta nell’angolo sinistro della Madonna del Rosario del Guarino

(Chiesa di S. Domenico di Solofra

)

 

 

 

Vedi il testamento di Dorotea Orsini fondatrice del Convento di S. Domenico

 

 

 

 

Con questo atto Filippo Bernualdo Orsini dona le reliquie a Solofra

 

 

1724, luglio 7. Palazzo ducale di Solofra.

Dichiarazione del notaio Giovanni Landolfi che, a richiesta del canonico G. Vittorio Ronca, si reca nel Palazzo Orsini di Solofra dove in una camera trova esposto “il santo Corpo in ossa della gloriosa Santa Dorotea, vergine e martire in una cassa di legno con cristalli risposto in un’urna d’argento eccellentemente lavorata con quattro suggelli nell’angoli”, con la scritta del nome della santa, ivi portata dal papa Benedetto XIII. Sono presenti  il primicerio della Collegiata, Giovan Sabato Juliani, i canonici Gennaro Maffei, Gio Santo Federici, Agnello Landolfi, Marco Grimaldi, Felice Ronchi, che ricevono in consegna l’urna in loco deposito con lìimpegno che la stessa sia esposta nella Collegiata e se ne celebri la festa il 6 febbraio. Il Duca Filippo Orsini si riserva la facoltà  di potersi riprendere l’urna per esporla in casa o darla ad altra chiesa. La detta reliquia viene portata in processione al canto del Te Deum. Sono presenti all’atti il giudice Felice Ronca,  sono testimoni il fisico Altobello Vigilante, il notaio Giovanni Garzillo, il notaio Vito Antonio Grassi e Fabrizio Grimaldi.

(Archivio di Stato di Avellino, Notai, B6724, ff. 106-107).

 

 

 

 

Con questo atto Domenico Orsini rinnova il deposito dell’urna nella Collegiata

 

 

1755, agosto 5.

In presenza del Primicerio Giuseppe Pandolfelli, e dei Canonici Giovanni Giliberti, Francesco Antonio Petrone, Santo Ronca, Tommaso Tura, Filippo Figliola, Giuseppe Giliberti, Rinaldo Giliberti, Nicolò Petrone, Agostino Grassi, Gennaro Cxorona e Domenico Giannattasio, l’erario del feudatario Orsini, cardinale Domenico, figlio di Filippo Bernuardo, e suo rappresentante Giovanni Alcide, conferma la donazione fatta da Filippo Bernuardo dell’urna contenente il corpo di santa Dorotea in seguito a preghiera della comunità ecclesiale e civile di Solofra, confermando le clausole della precedente donazione. Sono presenti il giudice Arcangelo Giliberti e i testimoni Pietro Garzilli, Sabato Guarino, Nicola Pandolfelli.

   

 

 

Questi due atti sono confermati dal Libro della Collegiata.

 

 

 

 

 

Gli Orsini di Solofra

 

 

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