Troiano Vigilante

di Giovanni Antonio

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Doratore solofrano-napoletano

Fu tra gli artigiani che fornì l’oro della Collegiata di S. Michele Arcangelo di Solofra

 

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Apparteneva alla famiglia dei Vigilante del Toro, che faceva capo a Petrillo, un importante artigiano e mercante solofrano con residenza a Napoli. Egli iniziò il lavoro dell’oro appena questa arte, detta oropelle, si introdusse a Solofra.

Poiché l’arte, una delle più prestigiose del napoletano, era protetta da un jus di privativa, poteva essere esercitata solo da cittadini di Napoli.

I Vigilante, come molti solofrani, già dal trecento avevano un ramo impiantato a Napoli, poiché questa condizione, secondo le disposizione angioine, permetteva loro di godere particolari protezioni sul commercio e sulle attività artigianali.

Leonardo e Donato, figli di Petrillo, continuano l’attività del padre. Altro figlio è Luca, che è in società con un’altra grande famiglia solofrana di battiloro, i Maffei.

Ci sono poi i fratelli Belardino e Adriano, figli di Scipione, che sono in società con i cugini Iuliano, Abbondanzio e Felice per sostenere l’attività svolta tra Napoli e Solofra. La famiglia mette in atto un processo di sostegno reciproco. Belardino ha la bottega alla via Nuova dove lavorano i suoi nipoti Paolo e Troiano (1592) figli del fratello Giovanni Angelo Antonio.

La bottega di Belardino della Via Nuova, in questo periodo è impegnata in un intenso lavoro. La necessità di manodopera dipende dall’ampliamento che questo artigianato subì in questo periodo. Belardino era fratello di Giulia Vigilante madre di Francesco Guarini. Questa famiglia, attraverso il battiloro Troiano, che aveva una bottega a Napoli e una a Solofra, fornì l’oro per i cassettonati della Collegiata. Da notare che in questo periodo era attivo a Napoli l’intagliatore solofrano-napoletano Giovanni Battista Vigilante che lavorò nella bottega del Tortelli con Nunzio Ferraro.

Una società anche familiare con la famiglia di Luca Ronca permette di rinforzare questa florida attività e il commercio che si svolge tra Napoli e Solofra.

Nel 1621 Troiano dirige la bottega napoletana dei Vigilante in Piazza degli Orefici.

 

Cfr. Per la storia della famiglia Vigilante di Solofra, a cura di M. De Maio e L. Petrone, Centro Studi di Storia Locale delle Biblioteca Comunale di Solofra (Avellino) 2009.

Cfr. M. De Maio, Il rapporto tra Solofra e Napoli. Una feconda interazione sociale ed economica, CSBC, 2007.

 

Nel 1627 Troiano fa parte della Commissione napoletana per la stesura

degli Statuti dell’Arte del battiloro.

Era considerato tra i migliori maestri del battiloro a Napoli.

 

Napoli, primo ottobre 1627. Capitoli dell’Arte dei battitori dell’oro e dell’argento di Napoli

Dal sito web Consorzio Antico Borgo degli Orefici

 

 

Ecco i documenti più importanti

 

La bottega Vigilante: Troiano e il fratello sono detti indoratori (pongono i fogli di oro sul legno intarsiato).

 

1592. (ASA). I fratelli Paolo e Troiano Vigilante di Giovanni Antonio lavorano come indoratori alla Strada Nuova nella bottega di Belardino figlio di Scipione.

1617 (ASA). Contratto di servitutis di Troiano, anche da parte di Pietro Paolo e del socio Rocco Garzillo assenti perché a Napoli, per Flavio Pandolfello in arte de battere argento con impegno di “bene tenere la bottega” e per Troiano di “nutrire, vestire, dare salario” di ducati 25 “solvendo servendo”. G: Claudio Ronca. T: Giustiniano Garzilli, Sorgente Ferrazzano, Tommaso Pascale, Massenzio Ronca.

1617 (ASA).  Contratto di Troiano in arte di battere oro per Bernardino Vigilante, nipote minore nella sua bottega di battiloro per servizi leciti ed onesti, con l’impegno da parte di Troiano di restituire a Berardino tutto quello che ha speso, di nutrirlo, calzare, vestire e dare il salario “solvendo servendo”, e da parte di Berardino di stare alla parola di Troiano. G: Claudio. T: Gio Stefano e Gio Antonio Vigilante, Felice Iuliano, Andrea de Maio, Salvatore Pacifico.

1621 (ASA). Contratto di lavoro tra Troiano Vigilante di Giovanni Antonio in arte di battere argento ed oro da svolgere per sei anni nella bottega che i Vigilante hanno a Napoli. Giustiniano, che è a Napoli, affida a Troiano la cura della bottega per sei anni con la possibilità di poter prendere dei famuli. Questi promette di non allontanarsi, di servire fedelmente e di non fare furto o autonomo mercimonio. Si stabiliscono i termini del pagamento. 

 

L’oro delle dorature per gli intarsi in legno della Collegiata

In questo contratto il rapporto Napoli-Solofra

 

Il contratto. ASA, (1631). I procuratori della Chiesa di San Michele, dottore Tommaso Garzilli, Giovanni Nicola Guarino, Giovanni Vincenzo Marino, stipulano un contratto con i doratori napoletani Giuseppe Rosano e Michele Pistelli lucchese e con Troiano, figlio di Giovanni Antonio Vigilante, battiloro solofrano, per la fornitura dell’oro, buono come quello fornito precedentemente, per la intempiatura dell’altare maggiore, che sarà pagata dall’Universitas su ciò che la stessa dà alla chiesa e su altre sue entrate.

Il lavoro è costato di più. 1633, maggio 4.  (ASA). Michele Pistelli lucchese e Giuseppe Rosano di Napoli, indoratori, stabiliscono con i procuratori della Collegiata, Filippo Fasano, Basilio Maffei e Angelo Troisi, una convenzione per determinare il prezzo dell’oro posto alla intempiatura dell’ala dell’altare maggiore da Troiano Vigilante che non è di ducati 400, ma superiore di 1/3.

Termina il pagamento del lavoro. 1634 gennaio 3 (ASA). Agenti dell’atto sono il dottore Gio Tommaso Caropreso, Flavio Maffei, procuratori della chiesa di S. Angelo, da una parte che rappresentano Nicola Pirolo, Lucantonio Petrone altri procuratori assenti, e dall’altra parte Troiano Vigilante. Entrambe le parti affermano che Troiano si trova creditore di detta madre chiesa di ducati 125 come resto di maggiore somma a favore di detto Troiano, di Michele Pistilli e di Giuseppe Rosano, mastri indoratori,  per l’oro lavorato, consegnato e promesso di consegnare per esso Troiano per la manifattura della opera della intempiatura di detta madre chiesa, il quale oro Troiano ha promesso di consegnare a predetta chiesa. Per tale debito sono state fatte polizze dai procuratori e consegnato del denaro tramite Troiano dai cassieri della Università di Solofra e in parte dalla stessa chiesa e suoi procuratori fino ad oggi dati. Circa i detti 125 ducati Troiano creditore riceve manualmente ducati 59. Gli altri ducati 66 a compimento dei 125, Troiano dovrà conseguirli dalla Universitas, assegnati sulla gabella del vino ai procuratori di allora e delegati a consegnare detto denaro da conseguire sulla gabella  del vino, secondo la cautela fatta a Troiano. G: Sorgente Ferrazzano. T: notaio Virgilio e Gio Simone Ronca, Marco Parrella, Gio Stefano Vigilante.  

 

 

Troiano Vigilante appartiene alla famiglia di Giulia,

madre di Francesco Guarini

 

Giulia apparteneva ai Vigilante del Toro ed era sorella di Adriano, Alfonso e Cosimo, che, rappresentando il padre Scipione morto, stipulano per lei l’atto di matrimonio con Tommaso Guarini di Felice.

La bottega di Tommaso Guarini lavorò all’intarsio dei cassettonati della Collegiata e poi, insieme al figlio Francesco, fornirà i quadri.

 

Intorno alla Collegiata il comune lavoro di un’associazione familiare

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Approfondisci questo rapporto

 

Gli intagliatori e gli “indoratori” che lavorarono nella Collegiata

uniti intorno alla bottega dei Vigilante.

 

 

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